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Arte e Cultura

A settembre la grande mostra “Idoli, il potere dell'immagine”

La “Rivoluzione neolitica” e la raffigurazione umana

di Giordano D'Angelo

VENEZIA - Fin dalla preistoria l’uomo ha sentito la necessità di rappresentare la figura umana: con i graffiti e le pitture murali, ma anche in forma tridimensionale. Da quei lontanissimi tempi, fin dall’età paleolitica, ci è giunta un’immensa quantità di statuette realizzate in diversi materiali riproducenti tratti umani. Quale fosse il loro significato - valore simbolico, religioso o di testimonianza, espressione di concetti metafisici, funzione rituale o “politica” - e quali soggetti realmente rappresentassero, rimane ancora un mistero.

LA MOSTRA - La mostra IDOLI (dal greco eídolon, immagine) - promossa dalla Fondazione Giancarlo Ligabue, istituita nel 2016 da Inti Ligabue, e curata da Annie Caubet, conservatrice onoraria del Musée du Louvre - ci propone un viaggio affascinante nel tempo e nello spazio: il primo tentativo di confronto dall’Oriente all’Occidente, di opere raffiguranti il corpo umano del 4000-2000 a.C.

I REPERTI - Attraverso 100 straordinari reperti – alcuni eccezionali per l’importanza storico-scientifica e la rarità – e grazie ad un apparato didattico coinvolgente, sarà possibile percorrere un ampio spazio geografico, che si estende dalla Penisola Iberica alla Valle dell’Indo, dalle porte dell’Atlantico fino ai remoti confini dell’Estremo Oriente, in un’epoca di grande transizione, in cui i villaggi del Neolitico si evolvono a poco a poco nelle società urbane dell’Età del Bronzo.

LA RIVOLUZIONE - La cosiddetta “Rivoluzione neolitica” è epocale: segna il passaggio da clan e tribù a società più complesse, vede l’avvento di nuove tecnologie e della lavorazione dei metalli, l’affermarsi delle prime forme di scrittura in diversi centri, l’avvio di reti commerciali e dei relativi traffici anche tra popoli molto distanti, che in tal modo intensificano i rapporti e gli scambi di merci e materiali, di idee e forme espressive.

LE RAPPRESENTAZIONI - In questo contesto si collocano le misteriose rappresentazioni della figura umana qui esposte, di cui quattordici appartenenti alla Collezione Ligabue, le altre provenienti da collezioni private internazionali e da importanti musei europei: l’Archäologische Sammlung-Universität Zürich, l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology– University of Oxford, il Musées Royaux d’Art et d’Historie di Bruxelles, il Monastero Abbaziale Mechitarista dell’isola di San Lazzaro degli Armeni a Venezia, il Badisches Landesmuseum Karlsruhe, il MAN-Museo Arqueológico nacional di Madrid, il Polo Museale della Sardegna–Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, i Musei Civici Eremitani di Padova, il Cyprus Museum a Nicosia e il Musée d’Archéologie Nationale et Domaine National de Saint-Germain-en-Laye.

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