ROMA - Solo nel mese di luglio 2020 sono scomparsi 1.654 chilometri quadrati di foresta amazzonica. Un dato nettamente inferiore rispetto all’anno scorso, ma non per questo meno allarmante. Nel luglio del 2019, infatti, la deforestazione aveva raggiunto il livello record di 2.255 km quadrati. Eppure, se si guarda al dato totale dell’anno, la situazione si ribalta. Dall’inizio del 2020 ad oggi, infatti, sono 4.731 i chilometri quadrati di foresta bruciata, contro i 4.701 dello stesso periodo dell’anno, secondo quanto rilevato dall’Istituto nazionale di ricerca spaziale brasiliano (INPE). Il vice-presidente Hamilton Mourao, che in maggio aveva lanciato un’operazione militare contro la deforestazione illegale, si è felicitato per i risultati raggiunti a luglio, affermando che si tratta di una “inversione di tendenza” determinante, causata soprattutto dagli sforzi del governo. Più cauti gli ecologisti, secondo cui è ancora presto per confermare l’inversione di tendenza paventata dal vice-presidente, soprattutto in considerazione dei numeri totali sull’ampiezza della deforestazione, che quest’anno probabilmente supererà ampliamente quella dell’anno scorso.
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