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Anche le cose ora hanno il loro Dna

La tecnica messa a punto nel Politecnico di Zurigo in collaborazione con l'israeliano Erlich Lab

di Stefania Abbondanza

ZURIGO - Il Politecnico di Zurigo in collaborazione con l'israeliano Erlich Lab è arrivato al Dna delle cose: sono oggetti che possono contenere le istruzioni che permettono di riprodurli. Il coordinatore dello studio, Robert Grass, ha detto: «Possiamo integrare le istruzioni di stampa in 3D in un oggetto, in modo che anche dopo decenni o secoli sia possibile recuperarle».

IL COMMENTO - Marinella Levi, fondatrice del primo laboratorio di stampa in 3D del Politecnico di Milano, ha commentato: «E' una bella idea perché usa tecniche già note in modo nuovo. Il Dna - ha aggiunto - può infatti racchiudere un'estrema varietà di informazioni. La tecnica ha però dei limiti perché mancano sistemi diffusi per l'estrazione e lettura del Dna e si può usare solo con plastiche che non raggiungono alte temperature durante la produzione».

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