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Bambinisenzasbarre Onlus accoglie i figli dei detenuti anche nell’emergenza sanitaria

Bambinisenzasbarre Onlus accoglie i figli dei detenuti anche nell’emergenza sanitaria

Il Telefono Giallo è il servizio di consulenza a distanza per i bambini figli di detenuti e le loro famiglie

di Stefania Abbondanza

ROMA - In Italia sono 100mila i bambini che hanno la mamma o il papà in carcere: 100mila figli che corrono un alto rischio di interrompere il legame affettivo con il proprio genitore e di essere quindi maggiormente coinvolti in fenomeni di abbandono scolastico, disoccupazione, disagio sociale e illegalità. Si stima che, senza un’adeguata tutela di questa relazione, il 30% dei figli di detenuti sia a rischio di diventare detenuto a sua volta (Federazione dei Relais Enfants Parents, Parigi).

CON LA PANDEMIA - Negli ultimi mesi la pandemia di Covid-19 ha reso più forte ed evidente il distacco dovuto alla detenzione: dall’inizio dell’emergenza sanitaria, infatti, bambini e ragazzi non sono più potuti entrare in carcere per far visita alla madre o al padre. Per questo Bambinisenzasbarre Onlus, che dal 2002 si impegna per tutelare il diritto dei figli dei detenuti al mantenimento del rapporto con il genitore, ha potenziato il Telefono Giallo, la linea di supporto dedicata ai familiari di coloro che si trovano in carcere. Da sempre attivo per gli adulti, ora lo è anche per i bambini figli dei detenuti, e rappresenta quindi un prezioso strumento a disposizione dell’intera famiglia in questo momento di disorientamento causato dalla sospensione dei colloqui in presenza. Per sostenere il servizio, l’associazione lancia fino al 2 gennaio 2021 una campagna di raccolta fondi, alla quale è possibile contribuire con una donazione tramite il sito attivati.bambinisenzasbarre.org.

LA LINEA TELEFONICA - La linea telefonica è attiva dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 al numero 392 9581328; è inoltre sempre possibile scrivere all’indirizzo mail telefonogiallo@bambinisenzasbarre.org. “È una possibilità per i familiari di non sentirsi soli e di ragionare insieme a specialisti sulle risposte da dare alle difficili domande che ogni giorno i figli pongono; per i bambini, spesso già emarginati e vittime di pregiudizi a causa della loro situazione, di costruire una comunità virtuale con scambio di bisogni e consigli” afferma Lia Sacerdote, presidente e responsabile scientifica di Bambinisenzasbarre onlus.

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