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Bo Xilai life sentence: all but ended

Ergastolo per Bo Xilai, una vicenda tutt’altro che conclusa

di Flavia Cruciani

On Saturday 21st of September former Chongqing leader Bo Xilai was sentenced to life in jail. After Wang Lijun-related events, one of the most controversial trial in the last decades finally came to an end. Court has condemned him on all counts, which were bribery, abuse of power and embezzlement, sentencing him for life in jail. Although 64-years-old Bo appealed against the sentence just few days after it, if the sentence will be confirmed, the consequent interdiction from public offices and political rights would end his story, at least the one of which China was inured to. In this way, People’s Republic Government hopes to put an end to an incident that has shaken the public opinion since its beginning in 2012, but would it be so simple to get rid of that? As a politician, Bo Xilai was a charming man, an hero of the masses with a strong personality, all qualities that have made him the perfect candidate for a future political career within the Party and even on the highest steps of it, until last year. According to some of the press, it was exactly his powerful attitude that brought him to the life sentence, as the broad popular consensus for him, similar to the one experienced by Mao Zedong himself, would have been scaring other Party’s members. “Bo's vaulting ambition was evident even to casual observers, and frightening to his peers. […] Long before news of Heywood's death emerged, it was clear that rivals and enemies were keen to contain him and, perhaps, bring him down.” Tania Branigan writes for The Guardian. According to others, trial execution was an attempt to strongly affirm the new Chinese political class authority. It’s given that part of the public opinion still support the former Party chief, above all the working-classes, conquered by his masses problems-focused and pragmatic approach. Looking at the coming autumn Party meeting, for the Beijing Government won’t be so easy to turn the page. 

 

Sabato 21 settembre l’ex leader di Chongqing Bo Xilai è stato condannato all’ergastolo. Dopo le vicende relative allo scandalo Wang Lijun, è giunto a conclusione uno dei processi più controversi degli ultimi decenni in Cina. I giudici  lo hanno condannato per tutte le accuse, ovvero corruzione, abuso di potere e frode, assegnandogli rispettivamente una sentenza a vita, sette e quindici anni di condanna, risultanti dunque in un ergastolo. Nonostante il 64enne Bo sia ricorso in appello quasi da subito, l’ulteriore interdizione permanente dai pubblici uffici e dai diritti politici, qualora la sentenza venga confermata, ne renderebbe la storia, almeno quella a cui la Cina era abituata, finita. Il governo della Repubblica Popolare spera dunque di aver concluso la vicenda che ha scosso l’opinione pubblica cinese sin dal suo inizio nel 2012, ma sarà davvero così semplice distogliere l’attenzione dal caso? Bo Xilai come politico è stato un uomo carismatico, conquistatore di folle e dotato di una forte personalità, tutte qualità che fino allo scorso anno ne facevano un probabile candidato per il comitato permanente del Partito Comunista Cinese e un possibile futuro presidente o premier del Paese di Mezzo. Proprio il suo successo, secondo alcuni, è stato alla base della sua condanna, un consenso a livello popolare che ricorda quello del Grande Timoniere e che potrebbe aver spaventato gli altri membri del Partito. “L’ambizione di Bo era evidente anche ad un osservatore occasionale, e questo spaventava i suoi colleghi. […] Molto prima che emergessero notizie sulla morte di Heywood, era già chiaro che nemici e rivali avessero intenzione di contenerlo e, forse, di farlo crollare” scrive Tania Branigan dal Guardian.  Secondo altri, lo svolgimento del processo è stato un tentativo di affermare a gran voce l’autorità della nuova classe politica cinese. Certo è che parte dell’opinione pubblica ancora supporta l’ex-leader in declino, soprattutto tra le masse conquistate con una politica attenta alle problematiche popolari e fatta di iniziative concrete. In vista della prossima riunione di Partito prevista in autunno, per il Governo di Beijing probabilmente voltare pagina non sarà così facile. 

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