LONDRA - L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea si fa sempre più difficile per il primo ministro Theresa May. Se da una parte, infatti, deve badare a convincere il primo ministro della Scozia Nicola Sturgeon a non chiedere un referendum interno per l’indipendenza della Scozia, dall’altra, deve sopportare le pressioni di quei parlamentari conservatori convinti che sia assurdo pagare un debito di 60mld per l’uscita dall’Unione Europea.
CAVILLI LEGALI - L’uscita dall’Unione Europea comporta, secondo Bruxelles, il pagamento da parte della Gran Bretagna di una somma in grado di riparare al danno economico subito. Per ovviare a questo problema, a Londra, si sono riuniti un gruppo di esperti legali per riuscire a trovare un cavillo legale in grado di salvare il Regno Unito dal pagamento. «Dicono che dobbiamo 60mld, ma dove sta scritto? Andando a vedere, legalmente non dobbiamo nulla, ed è da qui che partiamo. Detto questo è solo una questione politica, legalmente non dobbiamo nulla» ha detto un membro del parlamento inglese. Inoltre, secondo gli esperti, è lo stesso articolo 50 del trattato di Lisbona a non prevedere nessuna passività (in questo caso l’accettare le decisioni prese a Bruxelles) da parte del paese uscente.
LA CAMPAGNA – Al motto di “la Gran Bretagna non deve nulla”, i parlamentari conservatori hanno organizzato una campagna politica per convincere la May a non accettare l’accordo. Il pagamento di 60mld sarebbe, infatti, una dura sconfitta per tutti quei populisti e conservatori che avevano promesso un’uscita facile ed indolore.
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
Leggi l'EditorialeQuesto sondaggio è chiuso.