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mercoledì 13 settembre 2017 - 10:03

Calcio, Fair Play Finanziario: da soluzione a problema

Tre giocatori del PSG (Neymar, Cavani e Mbappé) valgono più di 8 squadre di Serie A: i divari, invece di assottigliarsi, aumentano

di Matteo Spinelli

ROMA – “Non è un paese per vecchi”, recitava nel 2007 il titolo di un film dei fratelli Coen. Parafrasando, in parte, questa frase, si potrebbe dire che il calcio, ormai, “non è un gioco per poveri”. Il mondo calcistico, infatti, negli ultimi anni è sempre più contornato da magnati orientali, sceicchi e petrolieri arabi. Ne sanno qualcosa a Parigi, dove in estate i proprietari del PSG hanno portato a compimento i due trasferimenti più costosi nella storia di questo sport: Neymar (222 milioni di euro) dal Barcellona e Kylian Sanmi Mbappé (180 milioni di euro) dal Monaco.

CHE CIFRE! – 402 milioni per due giocatori, quindi, sono una cifra difficile anche solo da immaginare. Le mire di vittoria del PSG, che da anni non riesce ad imporsi in Europa nonostante i molti investimenti, dovranno ora essere perseguite per forza di cose, visto l’alto investimento effettuato. Neymar e Mbappé, inoltre, non sono gli unici nomi altisonanti nel club parigino, che può vantare top player internazionali come, tra i tanti, Angel Di Maria, Thiago Silva e anche l’italiano Marco Verratti.

3 GIOCATORI E 8 SQUADRE – Analizzando a fondo la situazione legata al PSG, però, ci si potrebbe accorgere di un dato abbastanza inquietante. Sommando il valore del tridente offensivo schierato nelle prime giornate di Ligue 1 dal tecnico Unai Emery – Neymar, Cavani e Mbappé – ci si accorge di come tale cifra (466 milioni di euro) superi, secondo i dati riportati dal portale calcistico Transfermarkt.com, il valore complessivo di ben 8 squadre di Serie A. Crotone (27,73), Spal (36,65), Hellas Verona (37,33), Benevento (39,78), Chievo Verona (47), Cagliari (60,15), Bologna (69,33) e Udinese (74,85) coprono infatti appena 389,82 milioni di euro, ovvero, circa 76 milioni di euro in meno rispetto al tridente del PSG. Divari sicuramente importanti, quindi, tra una singola società e ben 8, seppur minori, compagini. La stessa Juventus – squadra Campione d’Italia da 6 anni consecutivi e che ha disputato ben 2 finali di Champions League negli ultimi 3 anni – vale nel complesso 538,60 milioni di euro, 130 milioni in meno del tridente parigino sopracitato.

IL CASO NEYMAR – Oltre alla cifra monstre, del caso Neymar si è parlato anche per il curioso, seppur lecito, raggiro del Fair Play Finanziario da parte del PSG. La Qatar Sports Investment – società organizzatrice del Mondiale 2022 in Qatar e controllata da Nasser Ghanim Al-Khelaïfi, presidente del PSG – ha versato direttamente al brasiliano 300 milioni di euro per il ruolo di ambasciatore per i Mondiali, permettendo allo stesso Neymar di svincolarsi autonomamente dal Barcellona, per poi legarsi al suo nuovo club.

GLI ALTRI CASI – Anche il Manchester City, squadra controllata da un’altra famiglia di sceicchi che fa capo a Mansur bin Zayd Al Nahyan, è riuscita a raggirare facilmente il Fair Play Finanziario. Nel 2011, infatti, il Manchester City ha annunciato un accordo di sponsorizzazione decennale dello stadio con la Etihad Airways, guarda caso di Abu Dhabi, per 350 milioni di sterline, ovvero il doppio rispetto al record precedente stabilito dal Madison Square Garden di New York.

FFP, SOLUZIONE O PROBLEMA? – A questo punto sarebbe giusto interrogarsi sul tanto citato Fair Play Finanziario che, come obiettivo, avrebbe dovuto assottigliare le differenze tra i vari club europei, dettate principalmente dai poteri economici. Attraverso escamotage e raggiri, più o meno congeniati, tale norma sembra essere, per il momento, solo un vincolo per alcuni club che non possono permettersi accordi importanti o stratagemmi leciti. Ad alzare i trofei, alla fine, sono sempre i club più abbienti.

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