ROMA – "La regione Campania avrà a disposizione circa 8 milioni di euro per avviare lo screening gratuito sull'epatite C. È un'occasione importantissima. Per il primo anno, per il 2021, i fondi sono circa 2,7 milioni, poi il resto saranno nella seconda annualità. Nel 2017 la Campania è stata la prima regione a decretare per l'attività eradicante dell'epatite C. La Regione ha 27 centri prescrittori, un eccellente registro epidemiologico con la piattaforma 'Sinfonia' ed ha recepito il decreto Milleproroghe istituendo due tavoli tecnici, uno operativo e uno scientifico. Ora, senza indugi, bisogna selezionare ed acquistare i test rapidi necessari per far partire lo screening. Dopodiché si andrà a scoprire il sommerso e ad implementare il linkage to care. Da protocollo, se ci riusciamo, si partirà dal 1 gennaio e le coorti da indagare sono 1969-1989, più utenti Ser.D. e detenuti. Un totale di circa 1 milione e 600mila campani da screenare, oltre a circa 8.500 detenuti e ad un numero pari di utenti Ser.D.". Lo ha spiegato il Dottor Antonio Solano, Dirigente Medico, UOC Medicina Interna PO Ospedale 'Dei Pellegrini', ASL Napoli 1 Centro, intervenuto in occasione del corso di formazione ECM sulla gestione dei tossicodipendenti con epatite C, organizzato dal provider Letscom E3 con il contributo non condizionante di AbbVie. Il corso, dal titolo 'La rete territorio-ospedale per la gestione del paziente con disturbi da dipendenza - Micro-eliminazione dell'HCV nella ASL Napoli 1 Centro', rientra nell'ambito di 'HAND - Hepatitis in Addiction Network Delivery', il progetto di networking a livello nazionale patrocinato da quattro società scientifiche (SIMIT, FeDerSerD, SIPaD e SITD) che dal 2019 coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i Centri di cura per l'HCV afferenti a diverse città italiane. Al corso ha preso parte anche il Dottor Gennaro Pastore, Direttore del Dipartimento Dipendenze, ASL Napoli 1 Centro, che si è soffermato sui test rapidi, definendoli la "carta vincente per far emergere il sommerso". Pastore ha spiegato che "il sommerso è il vero problema nella diffusione dell'HCV. Si stima che oltre 300mila persone convivano con il virus senza che ne siano a conoscenza. Quindi, intercettare questa parte di popolazione diventa la strategia principale. Da questo punto di vista, la stessa Asl Napoli 1 ha creato un Network epatologico che mette in collegamento gli specialisti epatologi con gli altri servizi specialistici, e noi come Dipartimento dipendenze siamo in prima linea, perché parte della popolazione si riconosce nei tossicodipendenti, afferenti ai servizi delle dipendenze, e nei detenuti. Noi, anche all'interno delle carceri abbiamo servizi molto attivi nel fare questa intercettazione. Il test rapido diventa quindi un momento strategico fondamentale, per lavorare sia sull'identificazione del sommerso, accompagnamento ai servizi ma, cosa ancora più importante, per attivare poi quella adesione alle cure che è un altro pezzo molto importante del lavoro perché, una volta screenati e intercettati, i soggetti vanno poi accompagnati all'ingresso nelle terapie che oggi sono determinati nella eradicazione del virus".
FONTE: Agenzia Dire
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