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Editoriali

Caos M5S, quante contraddizioni sullo stadio della Roma

Berdini prima si scontra col Direttorio del Movimento e poi viene smentito anche dalla Regione Lazio

di Matteo Spinelli

ROMA – A quasi 7 anni dalla sua fondazione (4 ottobre 2009) da parte di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, il Movimento 5 Stelle si trova davanti alla sua sfida più importante. Dopo le elezioni amministrative ed il ballottaggio del 19 giugno, infatti, i pentastellati si sono imposti a Roma, grazie alla nomina di Virginia Raggi a Sindaco della città. Nonostante la grande gioia di sostenitori, attivisti e addetti ai lavori, il Movimento 5 Stelle ha già incontrato delle problematiche nella gestione della Capitale. Il tema riguardante il nuovo stadio dell’Associazione Sportiva Roma, infatti, sembra aver creato una contraddizione all’interno del Movimento. Tutto nasce da alcune dichiarazioni di Paolo Berdini, che con molta probabilità verrà nominato assessore all’urbanistica per la giunta a 5 stelle.

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DICHIARAZIONI A 5 STELLE – «In caso di mia nomina come assessore all'Urbanistica di Roma mi guarderò le carte, perché io rispetto la legge, ma userò ogni mezzo a disposizione per fermare lo stadio. In una città fallita volete spendere milioni per questo?». Parole dirette, taglienti e cariche quasi di odio verso il progetto, quelle che Berdini ha speso per lo stadio a Tor di Valle durante un'intervista a Radio Radicale. Sul tema degli investimenti pubblici – con l’assessore 5 stelle in pectore che ritiene «uno scempio spendere fra 400 e 800 milioni di euro per opere utili solo e soltanto alla Roma calcio» – c’è però l’intervento di Giovanni Caudo. Il reggente dell’assessorato urbanistico nella giunta Marino, infatti, ha messo in chiaro che il Comune finirà per guadagnarci, sminuendo le affermazioni di Berdini: «Le opere pubbliche realizzate con gli oneri di legge (fogne, strade e parcheggi, n.d.r.) assommerebbero, da conteggio, a circa 90 milioni. Il privato ne realizza invece per circa 115 milioni. Inoltre la Roma realizza in regime di concorrenza infrastrutture per 195,5 milioni di euro. In sostanza non c'è nessuno spreco di denaro “pubblico”, ma c'è, al contrario, un guadagno».Ma la reazione più sorprendente e spiazzante alle parole di Berdini arriva, incredibilmente, proprio dal direttorio del Movimento 5 Stelle: «Nessuno scempio. Lo stadio della Roma può essere invece una grande opportunità di crescita per la città, a patto che rispetti i principi di legge di fronte ai quali il M5S non transige. Il giudizio tecnico di Berdini va affiancato alla considerazione del prestigio europeo e internazionale che un impianto sportivo per la Roma, ma anche per la Lazio, può conferire alla città». Un contradditorio che, quindi, arriva dalle stesse persone che stanno per affidare all’urbanista uno degli assessorati più importanti di Roma. Lo stesso Berdini, cercando forse di rimediare a quanto affermato, ha provato a correggere il tiro: «Non sono contrario alla costruzione di uno stadio, ma alla scelta di Tor di Valle. Bisogna trovare alternative». Tentativo, va detto, un po’ fiacco di non creare polemiche con il Movimento, ma soprattutto di non far nascere contraddizioni prima che sia troppo tardi.

ANCORA UNA VOLTA… – Ma le contraddizioni di Paolo Berdini non finiscono qua. Dopo aver dato un importante annuncio sull’approvazione del progetto relativo allo stadio della Roma in Comune – «Mi dicono che la documentazione è stata analizzata e approvata dagli uffici comunali. I dirigenti mi hanno comunicato che giuridicamente e tecnicamente è tutto in ordine e quindi il dossier è stato formalmente trasmesso alla Regione Lazio per l’avvio della conferenza dei servizi. Lo stadio della Roma non è più una questione comunale e del mio assessorato. Ora il procedimento dipende solo dalla Regione», aveva detto al Sole 24 Ore l’assessore in pectore – proprio dalla Regione Lazio arriva una smentita. «La Regione Lazio è ancora in attesa dal Comune della trasmissione del progetto sullo stadio della Roma. Ad oggi nulla è stato ufficialmente inoltrato all’amministrazione regionale. Si precisa, inoltre, che nella trasmissione del progetto il Campidoglio dovrà dichiarare la conformità del progetto stesso alla delibera sull’interesse pubblico votato dal Consiglio comunale di Roma» fa sapere l’ente guidato da Nicola Zingaretti.

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E LA ROMA? – La Roma, dal canto suo, prosegue nel percorso rispettoso della legge per la costruzione del nuovo impianto a Tor di Valle. Mauro Baldissoni, direttore generale e amministratore delegato pro tempore della società giallorossa, non aveva usato mezze misure prima dell’approvazione delle carte in comune: «È un buon progetto e sono sicuro che chiunque lo conosca bene non possa che sostenerlo. Ora siamo in una fase amministrativa del progetto, in cui le valutazioni sono solo di tipo tecnico. Non spetta al futuro sindaco fare valutazioni politiche, se vorrà assumersi la responsabilità di opporsi al progetto - ma lo ritengo improbabile - dovrà assumersi anche i costi, visto che è stato autorizzato e molti investimenti sono stati già fatti». Ad avvalorare la tesi di una pianificazione genuina, che aveva già ottenuto l’ok dal Comune di Roma per la pubblica utilità, ci sono anche le parole di Simone Contasta (Responsabile Progetto Tor di Valle - Parsitalia Real Estate): «Siamo davanti ad una serie di qualità progettuali mai viste a Roma. Non si tratta di una lottizzazione, non è quel tipo di progetto».

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IL PUNTO – Le parole di Mauro Baldissoni, contrariamente alla contraddizione del Movimento 5 Stelle romano, si basano su fatti solidi. Lo scorso 30 maggio, infatti, l’AS Roma ha consegnato al Comune e alla Regione Lazio il progetto definitivo del nuovo Stadio di Tor di Valle. Il dossier si compone di 72 scatoloni formato A3 e, come si legge in un comunicato emesso dalla stessa società capitolina, i documenti sono stati consegnati in formato cartaceo ed elettronico. Al loro intento ci sono oltre 3500 disegni progettuali e più di 50mila pagine di relazioni specialistiche. Francesco Paolo Tronca, commissario straordinario della Capitale prima della nomina a Sindaco di Virginia Raggi, aveva una relazione sul progetto e ha operato in tempi brevi per il passaggio delle carte alla Regione. Ora il Campidoglio, accantonando le contraddizioni interne che si sono create, ha verificato che negli scatoloni erano presenti tutte le carte necessarie e che nei documenti erano state recepite tutte le prescrizioni contenute nella delibera di pubblico interesse. Ora la palla passa alla Regione per la Conferenza di Servizi finale, con una durata massima di 180 giorni. L’obiettivo è quello di posare la prima pietra ad inizio 2017.

DITE LA VOSTRA – E voi coma la pensate? Cronacadiretta.it, tramite il suo sondaggio, vi chiede di esprimere un vostro giudizio, favorevole o contrario, sulla costruzione del nuovo stadio dell’Associazione Sportiva Roma. Votare è semplice: basta raggiungere l’homepage del sito e cliccare sul sondaggio posizionato in basso a destra.

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