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Coronavirus e saluti: arriva il porcospino

Coronavirus e saluti: arriva il porcospino

L’idea di un cortometraggio animato e un videotutorial di alcuni studenti della Luiss Guido Carli

di Stefania Abbondanza

ROMA - Alcuni studenti della Luiss Guido Carli hanno pensato a qual è la giusta distanza per salutarsi nei tempi di Coronavirus e sono arrivati ai porcospini, «così distanti da non pungerci ma così vicini da scambiarci il calore». Il saluto si fa tendendo il braccio destro e poi lo si piega portando il palmo della mano verso sinistra, cioè verso il cuore. Tutto ciò, mentre con lo sguardo si osserva chi è di fronte e che viene salutato in questo modo.

LA SPIEGAZIONE FILOSOFICA - «Dopo la quarantena le regole del distanziamento fisico diventano ora per ogni cittadino una necessità urgente - spiega Monoriti - da applicare in maniera corretta per evitare di mettere a rischio la propria salute e quella degli altri. Per adottare correttamente il principio del "distanziamento fisico", non bastano però i decreti. Occorre condurre i cittadini a "motivarsi da soli'". Per spiegare in maniera semplice a tutti, anche ai più piccoli, il nucleo essenziale del progetto, il team propone di riflettere sul "dilemma del porcospino", elaborato nel 1851 da Schopenhauer. Secondo il racconto del filosofo alcuni porcospini, "in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi dal gelo col calore reciproco. Il dolore provocato dalle spine li costrinse però ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno: di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali. Finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione».

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