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Covid e visoni: manifestazione di Essere Animali e LAV dal Ministro della Salute

Covid e visoni: manifestazione di Essere Animali e LAV dal Ministro della Salute

Raccomandazioni rilasciate da organismi quali OMS, OIE, ed anche ECDC

di Alessia Salmoni

ROMA - Si è svolta sabato la manifestazione di LAV e Essere Animali davanti la sede del Ministro della Salute, per chiedere l’introduzione di un divieto di allevamento di visoni e di animali utilizzati per la produzione di pellicce, dopo i focolai di coronavirus rilevati negli allevamenti di tutto il mondo, anche in Italia, nel cremonese e nel padovano.

IL COMMENTO - LAV e Essere Animali: “Allevare visoni per farne pellicce è crudele e pericoloso per la salute pubblica, a causa del rischio di diffusione del coronavirus, anche mutato, dagli animali all’uomo. Attività non indispensabile, già vietata in altri Paesi (anche in epoca pre-Covid) e che ora, anche per i rischi sanitari non ha più ragione di esistere. Unica soluzione è vietare gli allevamenti di visoni e di ogni altro animale per la produzione di pellicce”.

LA RICHIESTA - Le organizzazioni chiedono al Ministro della Salute Roberto Speranza di modificare la temporanea sospensione fino al 28 febbraio dell’attività di allevamento dei visoni, disposta con l’Ordinanza del 21 novembre 2020, in un definitivo divieto di allevamento. La sospensione ha permesso agli allevatori di giungere a fine ciclo produttivo e abbattere gli animali per ricavarne le pellicce e di mantenere i riproduttori, almeno 7000 visoni, tuttora rinchiusi negli ultimi sei allevamenti rimasti attivi in Italia. Tale provvedimento, secondo le organizzazioni, oltre a non interferire con il normale ciclo produttivo degli allevamenti, in quanto le riproduzioni dei visoni avvengono a marzo, non ha in alcun modo ridotto il rischio di formazione di serbatoi di coronavirus negli allevamenti, come dimostrato dal secondo focolaio riscontrato pochi giorni fa in Italia, nell’allevamento situato a Villa del Conte, in provincia di Padova.

GLI STUDI - In Italia, come anche in altri Paesi tra cui la Spagna e la Polonia, dove a gennaio sono stati rilevati altri allevamenti focolaio, l’infezione continua quindi a diffondersi, anche ad allevamenti praticamente svuotati. Ad oggi, solo tra Europa e Nord America, si contano oltre 400 focolai di coronavirus SARS-CoV-2 in allevamenti di visoni. Studi condotti da Autorità sanitarie Olandesi e Danesi, nonché studi indipendenti così come le Valutazioni del Rischio e relative Raccomandazioni rilasciate da organismi quali OMS, OIE, ed anche ECDC, hanno confermato che l’unica catena di trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2 documentata è uomo-visone-uomo e inoltre hanno rilevato almeno 7 varianti provenienti dai visoni, sequenziate in oltre 1.000 persone in 12 paesi (di cui 7 Stati membri), particolarmente preoccupanti per le mutazioni nella proteina Spike, in quanto potrebbero minacciare l’efficacia dei vaccini.

 

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