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Covid, l’allarme della Caritas: “In Italia boom di nuovi poveri”

Covid, l’allarme della Caritas: “In Italia boom di nuovi poveri”

Aumento del 45% del numero di nuove richieste rivolte alle strutture dell’organizzazione della Cei nel periodo tra maggio e settembre

di Giacomo Zito

ROMA - Aumentano i nuovi poveri a causa del Covid-19. A lanciare l’allarme è la Caritas, nel nuovo Rapporto Povertà sui mesi da maggio a settembre del 2020, che pone l’accento sulla problematica in quanto, in primis, ad aumentare sono famiglie con minori, donne, giovani ma anche persone in età lavorativa. I nuclei di italiani, inoltre, sono in aumento, ora al 52% di richieste d’aiuto, e la situazione sembrerebbe destinata a peggiorare.

LE MISURE DI EMERGENZA - A poco, secondo il rapporto, sono servite a molte famiglie le misure di emergenza erogate dal governo, principalmente a causa della “scarsa chiarezza” e della “farraginosità delle procedure amministrative”. Molti gli esclusi, dunque, e ancora una volta è stato necessario l’intervento della solidarietà proveniente da privati.

I DATI - Secondo quanto raccolto dalla Caritas nei mesi che vanno da maggio a settembre, quindi, si rivela che il 45% delle persone che si sono rivolte alle strutture dell’organismo della Cei lo ha fatto per la prima volta. Un numero in netto aumento rispetto all’anno scorso, quando la percentuale si fermava al 31%. Aumenta in particolare il numero di donne che ha chiesto aiuto, passato dal 50,5% dell’anno scorso al 54,4% di quest’anno. Aumentato anche il numero di famiglie impoverite con parenti a carico, passato dal 52,3% del 2019 al 58,3% di questi ultimi mesi. Tra i motivi principali di crollo del reddito, la perdita del lavoro.

LA PROPOSTA - Di fronte a questa situazione, definita dalla Caritas italiana come “inedita”, si propone di cercare nuovi strumenti di analisi e intervento. E’ necessario, si legge nel rapporto, di “mettere in relazione i dati sulla povertà (assoluta e relativa) con dati sui percettori delle misure di contrasto; realizzare analisi di lungo periodo per monitorare come cambiano le condizioni di vita delle persone in povertà e se e come su di esse incidano le misure pubbliche; concepire le misure nazionali di contrasto alla povertà come un ‘work in progress'”.

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