ROMA - Quest'ultimo libro di Marco Trabucchi, seppure sia chiaramente indirizzato verso tutte quelle persone che - per lavoro o per necessità – oggi si stanno prendendo cura di una persona fragile, è invero una lettura consigliabile a tutti, perché conduce il lettore verso la messa a fuoco di quelle implicazioni, profondamente etiche e spirituali, che la parola “cura” custodisce in sé.
TRABUCCHI - Da sempre Trabucchi affronta il mondo della vecchiaia, e della malattie connesse all'invecchiamento, insistendo nella relazione di reciprocità, di amore e fiducia, che deve essere alla base del rapporto medico paziente. Perché la medicina non basta da sola se non c'è attenzione, ascolto, rispetto... cura.
GLI ANZIANI - Gli anziani sono individui massimamente fragili. Molto spesso le malattie degenerative legate all'invecchiamento impediscono loro di comunicare adeguatamente, mettendoli all'angolo della solitudine e lasciandoli esposti al dolore. Il medico allora deve saper ascoltare anche il silenzio. Leggendo i vari comportamenti, apparentemente scontrosi o aggressivi, capendo anche chi non può o non sa dire quanto soffre.
SCRITTURA INTENSA - Dalla scrittura intensa e sempre ferma di Trabucchi ecco far capolino una meravigliosa parole chiave: tenerezza. Trabucchi lavora sempre con la sua grande umanità. Sa molto bene che la vulnerabilità ha bisogno di un'attenzione speciale, di una dedizione speciale. Sa che solo la tenerezza abbatte le barriere della non comunicabilità.
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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