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ESCLUSIVA, "Project P.O.H." di Los Angeles: «Vogliamo rendere più bella la vita di tutti»

L'associazione nasce sotto il mito di Thomas Jefferson con l'ossessione di migliorare il mondo, nonostante Trump

di Stefano Blando

ROMA – Sempre più in un momento storico di grande difficoltà economica e non solo, come quello che stiamo vivendo ora, i movimenti dediti alla beneficenza sono fondamentali per dare speranza a chi non ne ha. In proporzione al livello di difficoltà infatti, sono nati in questi ultimi anni sempre più gruppi spontanei ed indipendenti che vogliono aiutare il prossimo. E' il caso di “Project P.O.H.”, un gruppo di attivisti di Los Angeles che abbiamo raggiunto in esclusiva per intervistarli e farci raccontare la loro storia.

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GIOVANI MA DETERMINATI – Abbiamo raggiunto il fondatore, Chatura De Silva, che ci racconta come è nato il suo movimento benefico: «L'organizzazione è nata nel 2013 mentre io frequentavo ancora il college, dopo essere tornato da una missione in Sri Lanka dove avevo dato una mano a costruire una biblioteca per i più bisognosi. Da allora una volta tornato negli Stati Uniti è cresciuta in me questa voglia sfrenata di fare qualcosa di concreto anche qui, ma man mano che i fondi aumenteranno vogliamo spingerci anche fuori dai confini USA».

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THOMAS JEFFERSON E GABRIELE MUCCINO – Facendo le nostre ricerche abbiamo scoperto che l'acronimo “P.O.H.” del nome dell'associazione deriva da “Persuite of Happines” (in Italiano “La ricerca della Felicità”), il famoso film di Gabriele Muccino con protagonista Will Smith. Tuttavia Chatura De Silva ci rivela che il nome non deriva da quello bensì da una citazione di un vero totem per la cultura e lo spirito americano: «Nonostante il film sia stato di grande motivazione per noi, l'acronimo deriva dalla dichiarazione d'indipendenza americana di Thomas Jefferson che dice: “Vita, libertà e ricerca della felicità". Credo che tutti abbiamo diritto a questo!»

LA BENEFICENZA CON TRUMP PRESIDENTE – Pochi mesi fa gli Stati Uniti hanno cambiato il loro presidente. Molto è cambiato tra la precedente amministrazione Obama e quella attuale targata Trump ma ai ragazzi di “Project P.O.H.” non sembra interessare molto: «Se sia cambiato qualcosa o meno a noi non ci riguarda. Il nostro scopo è quello di migliorare la vita delle persone e cerchiamo di farlo in qualsiasi condizione politica. Certo, la sensazione che si aveva con Obama era quella di maggiore unità, ora il Paese è spezzettato e diviso, ma questo può essere solo da stimolo per noi che facciamo beneficenza».

FARE BENEFICENZA OGGI – Non è sicuramente un momento favorevole per chi vuole fare beneficenza, specialmente per quelle organizzazioni che si autofinanziamo: «Certamente non è semplice, sopratutto agli inizi dove ho dovuto fare tutto a mie spese, però ultimamente ho trovato molti amici che ci aiutano e finanziano i nostri progetti».

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OPERAZIONE DARE UNA MANO II – In concreto, “Project P.O.H.” ha sul tavolo molti progetti, uno di questi che sarà attuato a breve si chiama “Operazione Dare una Mano II” arrivato appunto alla seconda edizione: «E' un evento dove andiamo in giro per i college di Los Angeles e chiediamo di donare vestiti usati per regalarli a chi ne ha più bisogno. La prima edizione ha avuto molto successo, speriamo anche nella seconda che ci sarà a breve».

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SGUARDO VERSO L'EUROPA E L'ITALIA – Anche se l'organizzazione è molto giovane, è anche molto ambiziosa e volge il suo sguardo verso l'Europa e anche l'Italia: «Ci piacerebbe molto, anche se in questi ultimi tempi è molto difficile fidarsi di qualcuno in tema di beneficenza. Siamo giovani ma facciamo sempre del nostro meglio per rendere la vita delle persone bisognose migliore e se un giorno potremo farlo anche in Europa e in Italia sarà un piacere».

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