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Roma, debutta al Teatro dell'Orologio "Ferite d'Arma da Gioco" di Rajiv Joseph, sugli adolescenti e il "cutting"

In prima nazionale dal 3 all’8 marzo, con Chiara Capitani e Diego Maiello

di Flavia Cruciani

ROMA - "Ferite d’Arma da Gioco", "Gruesome Playground Injuries", di Rajiv Joseph, autore finalista del Premio Pulitzer 2010, ha debuttato nell’ottobre del 2009 a Houston, Texas. I due protagonisti vivono una complessa e dolorosa storia d’amore; attraverso il dolore si incontreranno da bambini e, per inseguirsi, ritrovarsi, riconoscersi come essere viventi, al dolore rimarranno legati. I due ragazzi, per allontanarsi dagli schemi e dalle tappe obbligate del processo di crescita imposto dalla società, usano una loro personale dinamica violenta. Clara e Diego non stanno male; si provocano il male. Tagli, incidenti, nausea, fratture sono gli espedienti per potersi vedere negli ospedali, nelle infermerie, nelle sale d’aspetto e negli ambulatori. Le ferite si spostano nel tempo e rincorrono un puzzle affettivo devastante. Si gioca a simulare l’adolescenza, l’infanzia, l’età adulta in un vuoto totale di logica, di senso cronologico della storia, persino di caratteristiche individuali. Clara e Diego sono dei simboli, delle bambole voodoo animate da un comportamento masochista autolesivo, in una regia che esalta il vuoto disperato e irritante delle puntate di South Park.

 

Trama

 

All’età di otto anni, Clara e Diego, si incontrano nell’infermeria della scuola nell’attesa di essere curati, in quell’occasione scopriranno la comune attrazione verso il dolore fisico; elemento che diverrà la loro più forte passione. Otto episodi della loro vita che, senza senso cronologico, andranno a trasformare ogni problematica principale della loro crescita fisica e sentimentale in una insolita evasione violenta che li unirà per sempre.

 

Adolescenti e il "cutting"

 

Si chiama "cutting", è la diffusa nuova pratica dell'autolesionismo adolescenziale, si usano lamette, vetri, addirittura lattine usate. Il sistema sanitario parla di un "epidemia". Circa 200.000 adolescenti in Italia praticano il "cutting". Il 90% sono ragazze tra i 13 e i 16 anni. Soltanto una minima parte, intorno al 15%, chiede aiuto. Nel 70% dei casi si tratta di un fenomeno di autolesionismo legato all’età, ma nel 30% dei casi rischia di cronicizzarsi. Negli ultimi anni il fenomeno di emulazione attraverso i social network è cresciuto del 30%. Per tagliarsi Diego utilizza sempre la stessa "arma": il suo coltellino da scout sterilizzato e ripulito. Clara dice che quelle cicatrici sono le sue ferite di guerra, la pelle brucia, ma dentro, nel cuore, arriva la tranquillità.

 

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