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Ente Nazionale Sordi contro il Jobs Act: «Per i sordi anche questa occasione non è stata #lavoltabuona»

Duro comunicato dell'Ente presieduto da Giuseppe Petrucci contro la legge di Renzi

di Stefano Blando

 

ROMA - In relazione alle ultime battute dei lavori parlamentari sui decreti attuativi del c.d. “Jobs Act” ed in particolare allo schema di decreto legislativo AG 176 che interviene in materia di collocamento mirato, l’Ente Nazionale Sordi pure apprezzando lo sforzo del Governo cha ha recepito buona parte delle indicazioni emerse durante i lavori dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, osserva che alcune questioni lasciano perplesse ed altre sono rimaste ancora irrisolte con grave pregiudizio dei disabili e dei sordi in particolare.

Si rilevano le seguenti criticità:

1) in relazione alla “chiamata nominativa” del lavoratore si ritiene che essa sarà solo foriera di discriminazioni e favoritismi in danno dei disabili più gravi;

2) la totale assenza della previsione della ripartizione percentuale dell’assegnazione dei posti di lavoro in relazione alle tipologie di disabilità. Il rilievo trae spunto dalla triste considerazione che i sordi sono maggiormente penalizzati anche in relazione tra le c.d. categorie protette; in tema di pari opportunità, che non deve e non può essere solo di genere evidentemente, sarebbe più giusto, dopo la classificazione delle categorie lavorative previste dello schema in esame, che i posti di lavoro riservati ai disabili siano poi ripartitiproporzionalmente tra le diverse disabilità, il riferimento contenuto alla lettera d) dell’art. 1 del decreto appare troppo generico ed insoddisfacente;

3) in relazione all’art. 21 lettera c) n. 1 è del tutto incomprensibile l’aumento da tre a trenta giorni di prognosi per l’obbligo delle comunicazioni di cui all’art. 54 del DPR n. 1124 del 30.06.15 (infortuni sul lavoro), modifica che colpisce tutti i lavoratori: se modifica vi deve essere la stessa non può essere aumentata a dismisura così come prevista nel decreto;

4) infine si lamenta una totale assenza di riferimento alle problematiche peculiari dei disabili sensoriali con particolare riferimento ai sordi, dimenticando ancora la necessità di prevedere interpreti LIS (Lingua dei Segni Italiana) durante la fase di colloquio di lavoro, di tirocinio e formazione anche in materia di sicurezza sui posti del lavoro la quale, quest’ultima, deve essere garantita in modo efficace a tutti i lavoratori.

Il Jobs Act e i decreti attuativi avrebbero potuto risolvere alcune annose questioni che da tempo discriminano, di fatto, i sordi sul lavoro impedendogli non solo l’ingresso nel mondo del lavoro ma anche, quand’anche riuscissero ad entrarvi, una vita lavorativa rispettosa dei diritti delle persone con disabilità così come prevista dalla Convenzione O.N.U.; evidentemente per i sordi anche questa occasione non è stata #lavoltabuona

 

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