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Parlamento Europeo

Le star scrivono all'Ue: «Intervenire sul value gap»

La replica di Youtube: «Con noi guadagnano più soldi»

di Stefano Blando

BRUXELLES - Partiamo da un presupposto: secondo il rapporto della IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), il giro d'affari complessivo del mercato nel 2015 è stato pari a 15 miliardi di dollari, con un incremento del 3.2% rispetto all'anno precedente. Tutto alla grande quindi per le nostre pop star preferite quindi... invece no! Perchè di questi soldi gli artisti ne ricevono nelle loro tasche ben "pochi". Il problema? Le nuove tecnologie ed internet. « Il futuro è messo in pericolo da un significativo 'value gap' (discriminazione remunerativa) provocata da servizi basati sul caricamento del contenuto da parte degli utenti, tipo Youtube di Google, che di fatto sottraggono valore alla comunità musicale, agli autori e agli artisti. Oggi questa situazione è una seria minaccia alla soprravvivenza dei creativi, alla diversità e alla vitalità del loro lavoro". E' il contenuto della lettera che molti artisti internazionali e italiani hanno spetito all'Unione europea per invitarla ad intervenire. 

LA REPLICA - Sotto accusa c'è soprattutto Youtube, che ha però replicato affermando che i servizi digitali non possono essere considerati il nemico dei musicisti: «Youtube collabora con l'industria musicale per generare ancora più ricavi per gli artisti, in aggiunta i 3 miliardi di dollari che abbiamo pagato sino ad oggi» «La stragrande maggioranza delle etichette e degli editori» ha aggiunto il portavoce di Youtube, «ha accordi di licenza in essere con noi e nel 95% dei casi sceglie di lasciare i video caricati dai fan sulla piattaforma e trarre guadagni da questi video». 

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