Ormai è noto che Facebook, Twitter, Instagram e i social network in generale, oltre che strumenti di comunicazione e di condivisione, servano anche, o meglio, vengano utilizzati, per polemizzare, attaccare una persona, esporre pensieri, giudizi, critiche, ansie. Per sfogarci. E' successo e, nel mondo del calcio, sempre più lontano, quello di oggi, da certi valori e costumi, professionali e morali, succederà ancora. Perchè i tweet degli sportivi sannò di capriccio. Piccoli “dispettucci”, arrabbiati con l'arbitro, col tecnico che non li ha schierati, con un compagno più bravo, con i tifosi che non applaudono più e urlano il proprio nome. Ed è assolutamente comprensibile che oggi, quando ci si senta offesi, si corra davanti al pc per apostrofare ed etichettare quella persona che ci ha ferito, in maniera più o meno esplicita ed evidente. Talvolta succede che sia il compagno o la compagna dello sportivo in questione, a prendere le sue difese, ad attaccare l'arbitro, o il tecnico, o il tifoso di turno. Al termine di Cagliari – Milan, poco più di dieci minuti concessi da Inzaghi a Pazzini, è successo proprio questo. Silvia Slitti, moglie dell'attaccante del Milan, dopo l'ennesima chiamata dalla panchina ad una manciata di minuti dal termine dell'incontro, ha tuonato, ovviamente sulla propria pagina Instagram: “Non c'è meritocrazia”. Questa, in sintesi, la sua denuncia, diventata subito polemica, in riferimento ai pochi minuti concessi finora a Pazzini. Inevitabile il chiarimento telefonico tra l'attaccante rossonero e l'ad Galliani.
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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