ROMA - L’Epatite C e le sfide poste da questa infezione sono state al centro della Tavola Rotonda online di questa mattina “Dal Decreto attuativo sullo screening all’obiettivo finale ‘to cure’: percorso condiviso e condivisibile a livello Centrale e Regionale”, con Responsabili Scientifici la dott.ssa Loreta Kondili, Medico Ricercatore presso il Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità e Responsabile della Piattaforma Italiana per lo studio delle Terapie delle Epatiti ViRali (PITER), e il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT.
L’INIZIATIVA - All’iniziativa, organizzata con il contributo non condizionato di Gilead Sciences, hanno partecipato i rappresentanti delle Società Scientifiche operanti nel settore: Prof. Sergio Babudieri, Direttore Scientifico SIMSPe; Prof. Massimo Galli, Past President SIMIT; Dr. Claudio Leonardi, Presidente SiPaD; Prof. Francesco Saverio Mennini, Presidente SiHTA; Dr. Felice Nava, FeDerSerD; Dr. Alessandro Rossi, SIMG; Prof. Francesco Paolo Russo, AISF; Alessandra D’Alberto, Ministero della Salute; Dr. Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione dei pazienti EpaC Onlus; rappresentanti delle istituzioni. Il resoconto di questo webinar sarà la base di un documento intersocietario indirizzato al Governo, al Parlamento e a tutte le Regioni per mettere in atto le iniziative volte a realizzare uno screening attivo ed efficace come previsto dal Decreto Milleproroghe.
IL COMMENTO - “Una vita senza HCV è oggi un obiettivo raggiungibile, ma è cruciale che si definiscano politiche sanitarie per far emergere il sommerso e simultaneamente si garantisca l’accesso al trattamento a tutti gli individui infetti – sottolinea Loreta Kondili – La flessione registrata in questi mesi rispetto ai trattamenti avviati e la disomogeneità di accesso sul territorio nazionale è fonte di forte preoccupazione. Seppure lo stanziamento approvato per lo screening permetterà di dare grande impulso agli interventi per l’eliminazione dell’epatite C nel nostro Paese entro il 2030, nel rispetto delle indicazioni dell’OMS, non bisogna abbassare la guardia. Siamo inoltre consapevoli che per l’individuazione dei pazienti da trattare è indispensabile una stretta triangolazione tra il mondo scientifico, quello sanitario, anche a livello locale, e le istituzioni politiche. È necessario, infatti, disegnare programmi di intervento per le coorti di nascita identificate dal Decreto “Milleproroghe” di febbraio scorso come progetto sperimentale per i primi anni, coordinando anche l’attuazione proattiva dello screening nelle popolazioni chiave, tra cui tossicodipendenti e detenuti nelle carceri, superando così le falle organizzative ancora presenti.
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