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Salute

Epatite C: da Piazza San Pietro parte il "tour italiano" dell'ambulatorio mobile per screening ematici

Necessarie nuove strategie per evitare che i trattamenti si esauriscano nel 2025

di Valerio Cruciani

ROMA - È partita la controffensiva contro l'Epatite C sulle strade e nelle piazze delle maggiori città d'Italia. L'ambulatorio mobile è pronto e sta scaldando il motore per partire per un lungo "tour" che toccherà città importanti, da Firenze a Palermo, con a bordo personale specializzato nell'effettuazione di esami clinici a bordo volti alla scoperta del "sommerso" per l'Hcv e anche Hiv.

TUTTI A BORDO - Giovedì 21 novembre alle 11, in Piazza San Pietro, l’equipaggio darà il via a questa missione attraverso decine di piazze nazionali e Mons. Rino Fisichella benedirà l'iniziativa ed il motorhome destinato al progetto. Saranno a bordo dell'unità mobile appositamente allestita il Viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico della Simit, Responsabile dell’Unità Operativa Complessa Malattie Infettive - Tor Vergata, e la Dott.ssa Loreta Kondili, Centro Nazionale Per la Salute Globale ISS, con diversi specialisti a bordo alla ricerca di pazienti con Epatite C, ignari spesso a migliaia ancora oggi del proprio stato di salute. Ha aderito al progetto, promosso da Simit con il Patrocinio del Ministero della Salute, e il contributo non condizionato di Gilead, anche il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG (Società Italiana di Medicina Generale). 

SOLIDARIETÀ - L'iniziativa segue di poche ore la conclusione della III Giornata Mondiale dei Poveri voluta da Papa Francesco, con il bilancio delle attività del Presidio Sanitario Solidale allestito in piazza San Pietro dove i Medici di Medicina Generale e gli specialisti hanno prestato per vari giorni la loro opera caritatevole per assistere e curare le persone più povere e disagiate che molto spesso non riescono per diversi motivi ad accedere alle cure del SSN. Durante la scorsa settimana il Presidio Sanitario Solidale, ha offerto tutte le prestazioni specialistiche a titolo completamente gratuito, sono state accolte oltre 1000 persone, che vivono per lo più nel disagio più assoluto, sia italiani che stranieri, per le quali sono state erogate oltre 5000 prestazioni sanitarie specialistiche e somministrati i vaccini antiinfluenzali, ove possibile, valutando per ciascuno la personale situazione clinica.

L’ESIGENZA - Di qui è stata chiara l'esigenza: portare il medico direttamente dove vi fosse più bisogno di erogare le prestazioni con la creazione di un percorso assistenziale per l’Italia. Il Prof. Andreoni, protagonista sin dalla prima edizione, e il Prof. Cricelli, forti di questa esperienza, hanno immaginato tale progetto con un ampio respiro nazionale: «Queste recenti esperienze hanno mostrato che, nonostante la capillare presenza di strutture sanitarie pubbliche sull’intero territorio nazionale, questi pazienti che vivono nel disagio più totale hanno necessità di inclusione e di accoglienza - ha sottolineato il Prof. Andreoni - Talora, abbiamo visto, che quando incontrano anche un minimo diaframma tra le loro esigenze di salute e la visita occasionale per curarli, recedono subito dall'intento, rifugiandosi nella solitudine che scandisce le loro giornate».

IL PROGETTO - Il progetto "Alla ricerca del Virus" vanta il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e l'entusiastica adesione dell’Arcivescovo Monsignor Rino Fisichella che ha accolto con gioia questa iniziativa riconoscendone un carattere umanitario eccezionale. Il piccolo ambulatorio mobile raggiungerà le “piazze del disagio” in diverse città d’Italia per incontrare direttamente chi, più di ogni altro, è potenzialmente affetto dai virus quindi: in primis HCV e HIV e altre patologie infettive ricorrenti.

I RISPARMI - I dati che emergono dall’analisi economica effettuata in collaborazione dal CEIS EEHTA dell’Università di Roma Tor Vergata, dal Centro di Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità e dall’Agenzia Italiana del Farmaco sui pazienti trattati con i nuovi trattamenti antiretrovirali evidenziano risultati rilevanti: «Per il periodo 2015-2018, per 1000 pazienti trattati, è stimata una riduzione a 20 anni di circa 800 eventi clinici infausti tra cui cancro, scompenso della malattia severa del fegato, morte fegato correlata o trapianto di fegato - sottolinea il Prof. Francesco Saverio Mennini, Research Director, Centro EEHTA, CEIS, Università di Roma Tor Vergata. - Questa riduzione di eventi clinici consentirà una conseguente e importante riduzione della spesa sanitaria a 20 anni di oltre 52 milioni di Euro per 1000 pazienti trattati. Inoltre sempre da questa analisi emerge con forza che l’investimento iniziale sostenuto dal SSN per il trattamento di pazienti trattati dal 2015 al 2018 verrà recuperato interamente entro 5.2 anni. Da questo momento in poi si inizieranno a generare risparmi per il SSN. L’introduzione del trattamento universale indipendentemente dallo stadio di malattia ha consentito, quindi, un’accelerazione del ritorno del investimento riducendolo a 4.5 anni per i pazienti trattati in fase lieve di malattia rispetto a 7.5 anni per i pazienti trattati in fase di una malattia più grave».

L’OBIETTIVO - Alla luce di questi dati, far emergere il sommerso si rivela ancora di più un obiettivo fondamentale ai fini del raggiungimento dei target dell’OMS dell’eliminazione dell’infezione da HCV, che riporta a lungo termine un beneficio sia di salute sia economico per il sistema sanitario nazionale.

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