TRIESTE - È un romanzo visionario sulla natura paradossale della realtà e sulla circolarità dell’esistenza, l’inviluppo inesorabile in cui si formano e si consolidano le nostre identità. E, con esse, le nostre ambiguità, e gli autoinganni con cui le giustifichiamo a noi stessi. Stiamo parlando dell’opera “Il dono inaudito”, pubblicato da Temperino Rosso Ed. di Brescia nella collana ‘Giorni possibili’, di Nico Coppola, pseudonimo dell’autore triestino. Uscire dal cerchio e guardarsi dalla parte dello specchio, da un non luogo sospeso in un altrove indeterminato, è l’espediente per riconoscere il meccanismo nella sua intima, spudorata essenza, a prezzo dello smarrimento dell’identità.
L’AZZARDO - L’azzardo inaudito di Nico è provare a farlo, contro ogni legge di probabilità, invocando il soccorso (“io sono la mia lettera nella bottiglia”) di chi voglia riconoscere nel suo dono, almeno in parte, anche se stesso. Sullo sfondo Trieste e Ferrara, il nord padano e il Sud di TerraMare, una Sicilia onirica e la musica nei villaggi turistici di mezzo mondo, il ricordo di una montagna incombente e la crisi di una generazione borghese. “Il dono inaudito” non rientra nelle normali categorie solitamente attribuite ai libri (autobiografia, pamphlet, noir, romanzo contemporaneo, ecc.), ma le abbraccia tutte, almeno una volta, nelle sue 376 pagine.
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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