BOLOGNA - Cosa vuol dire cantare oggi canzoni come "Faccetta nera" in radio, specialmente se a farlo è un esponente politico che ammette di preferirla a "Bella Ciao"? L'agenzia Dire lo ha chiesto allo storico contemporaneista Alberto Guasco, ricercatore presso il Cnr-Isem (Istituto di storia dell'Europa Mediterranea) di Milano, a cui è stato quindi chiesto di commentare quanto accaduto al programma radiofonico "La Zanzara" dove Elena Donazzan, assessore regionale del Veneto con delega al Lavoro e all'Istruzione si è cimentata nell'esecuzione del brano tra gli inni del Ventennio. Secondo Guasco la performance non è altro che "un episodio-specchio. Specchio del fatto che ci sono pagine di storia su cui non riusciamo a far pace". Quanto andato in onda, secondo lo storico, conferma come ci siano in Italia "settori che -con fini diversi- tentano di riabilitare una storia, quella in camicia nera, che non è riabilitabile; e che la risposta che ne viene è più spesso retorica che di contenuto". Dunque, "specchio di un dibattito pubblico che non riesce a dibattere niente, perché non è dibattito, è tifoseria di santini, suppellettili e slogan". In merito in Veneto è quindi scoppiata una polemica che non è stata placata nemmeno dalle scuse della stessa dirigente.
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