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Festival Nazionale dell’Economia Civile: le sfide del sistema bancario

Festival Nazionale dell’Economia Civile: le sfide del sistema bancario

Reddito di cittadinanza da cambiare, politiche attive del lavoro da incrementare, formazione da sostenere

FIRENZE - Sono questi i temi centrali sollevati oggi a Firenze nella giornata conclusiva della Quarta Edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile In buona compagnia. Per cercare, ricostruire, fare pace”. Il Festival ha sempre di più un ruolo centrale in quanto espressione qualificata della società civile che, facendo massa critica, offre alla politica risposte e soluzioni ai temi più complessi e strategici che il Paese ha di fronte. Nella sessione Il futuro dell’Europa dopo pandemia e guerra sono intervenuti Andrea Orlando, Ministro del Lavoro, Augusto Dell’Erba, Presidente di Federcasse, Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative, Maria Teresa Bellucci, Capogruppo Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati. Il panel è stato moderato da Paolo Petrecca direttore di Rainews.

ORLANDO - Secondo il Ministro Orlando “abbiamo fatto passi concreti con la riforma stabilendo che il terzo settore deve avere una fiscalità differenziata rispetto agli altri aspetti della nostra economia. Considero anche il tema della co-progettazione e co-programmazione una questione fondamentale: ecco perché il mio ultimo atto da ministro sarà la costituzione, con decreto ministeriale, di un osservatorio sulla coprogettazione e co-prgrammazione. Naturalmente questo richiede un cambio di mentalità anche nel terzo settore. Quanto al reddito di cittadinanza siamo d’accordo che non è politica attiva del lavoro, bensì strumento di contrasto alla povertà. Quanto alle politiche attive va ricordato che nel PNRR sono previsti 5 miliardi. Abbiamo già un target a settembre di 300.000 prese in carico ed entro dicembre supereremo i 600.000.

BELLUCCI - Maria Teresa Bellucci Capogruppo Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati ha sottolineato che “le istituzioni devono rigettare la matrice centralista, facilitando una alleanza tra pubblico, privato e privato sociale. Siamo favorevoli al reddito di cittadinanza come mezzo di aiuto per i fragili che va rinforzato. Va invece sostituito come strumento di politica attiva del lavoro dove ha completamente fallito. Lo Stato deve favorire la creazione di posti di lavoro, ma non è sua funzione quella di crearli. Sempre in tema lavoro siamo per una riduzione del cuneo fiscale e per un rafforzamento della formazione tenendo bene a mente che come Italia abbiamo restituito all’Europa – in quanto non ne abbiamo usufruito - ben 8 miliardi di fondi. Sul fronte sociale edi sostegno alle famiglie riteniamo che l’assegno unico per i figli sia una scelta valida. È però la sua gestione che è stata inappropriata visto che ben 630 milioni di euro non sono stati utilizzati perché lo strumento burocratico non andava bene” .

GARDINI - Dalla giornata conclusiva del Festival Maurizio Gardini lancia la proposta di Confcooperative “Dobbiamo arrivare a chiudere sulla legge di riforma del terzo settore che va completata soprattutto sul lato fiscale. Un percorso difficile che va però ultimato: mettiamo insieme quello che abbiamo costruito. Al tempo stesso dobbiamo riuscire a cambiare la macchina pubblica con un nuovo progetto culturale che abbia al centro co-progettazione e co-programmazione, come elementi virtuosi che danno il senso più compiuto della sussidiarietà e dell’integrazione tra il pubblico e il privato sociale. Anche il terzo settore deve evolvere e cercare di dare spazio a forme di impresa: c’è un processo culturale da compiere per rendere più forte e più strutturato il settore. E soprattutto bisogna saper parlare ai giovani, rafforzandone la spinta ideale. Noi dobbiamo chiedere ai partiti che oggi stanno concludendo questa campagna elettorale di dire la loro. Viviamo il paese delle contraddizioni. Viviamo un Paese che registra 3 milioni di neet, che non cercano più lavoro, viviamo il tema della disoccupazione, che in parte trova ristoro nel reddito di cittadinanza e poi abbiamo il grande disagio delle imprese che non trovano lavoro.

DELL'ERBA -  Ha detto Augusto dell’Erba, Presidente di Federcasse, “abbiamo lanciato una sfida per una riflessione più ampia sulla normazione bancaria italiana. Veniamo da un periodo di iper-regolamentazione anche in ambito europeo e ci siamo dovuti adeguare. Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare con i nostri mezzi, non abbiamo chiesto sostegno finanziario pubblico. Come Federcasse abbiamo affrontato la crisi senza adottare meccanismi di licenziamento e questo i sindacati lo sanno bene. Contrariamente a quello che succede per grandi banche riteniamo che non sia una scelta ineluttabile licenziare personale per affrontare la crisi. Come Federcasse riteniamo che sia arrivato il tempo di cambiare le regole. Le banche in questi anni di crisi si sono irrobustite e hanno fatto pulizia di bilanci. Ora servono strumenti per far fronte alle nuovi situazioni di crisi indotte da inflazione e guerra in Ucraina. Ogni nazione europea deve poter avere banche efficienti per dare ai cittadini nuovo accesso al credito e protezione efficace dei loro risparmi.

 

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