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“Forbidden Voices”: women’s Internet revolution

"被禁止的声音": 女性网上革命

di Flavia Cruciani

 

“Forbidden Voices”: rivoluzione online al femminile

 

 

How women started a revolution with a laptop: this is what Barbara Miller narrates in her documentary movie “Forbidden Voices”, released on May 2012 but currently in competition at RIFF (Rome Indipendent Film Festival), presently in progress at Nuovo Cinema L’Aquila in Rome. The swiss director brings to the big screen the stories of Yoani Sánchez, Farnaz Seifi e Zeng Jinyan, three well-known examples of Internet activists struggling against their own countries dictatorship for human rights and freedom of opinion and expression, dealing with the heavy consequences. Intertwining the stories of the protagonists, the documentary shows Cuba on the background of political prisoners conditions in jail narrated by Yoani Sánchez, Farnaz Seifi forced exile from Iran, place of disputes and violent demonstrations especially after 2009 presidential election, and the house arrest of Zeng Jinyan, trapped in home with her newborn daughter with just a window to communicate with the rest of the world. Among tears, sadness but also some satisfactions, this “Forbidden Voices” succeed in presenting an alternative inner look of countries where censorship rules communication. 

 

 

妇女用电脑怎么导致革命: 这就是Barbara Miller的记录片"被禁止的声音"描述的记事。这部记录片是5月2012年上映的, 但是正在参加Rome Indipendent Film Festival (RIFF)的竞争。瑞士的导演提醒观众注意Yoani Sánchez、Farnaz Seifi 和曾金燕这三个女人的故事, 就是三个女性网罗积极分子为取得人权和信息自由努力奋斗, 不管严重后果。主角记事都是紧密相关, Yoani Sánchez 描述了古巴政治犯在监狱的背景情况, Farnaz Seifi 描述了她的强迫流亡从有争吵和暴力引起的游行示威的伊朗, 特别是2009年总统大选以后, 还有曾金燕被软禁, 跟她的新生女儿在家,与世界联系只有一扇窗户。在泪水、悲伤但还有一些满意之间, 这三个"被禁止的声音"达成了内部地看审查制度控制通讯的国家。 

 

 

Donne che combattono una rivoluzione attraverso i loro computer: questo è ciò che racconta Barbara Miller nel suo film-documentario “Forbidden Voices”, uscito lo scorso Maggio ma attualmente in competizione presso il RIFF (Rome Indipendent Film Festival) di Roma, in corso di svolgimento al Nuovo Cinema L’Aquila. La regista svizzera porta sullo schermo le storie di Yoani Sánchez, Farnaz Seifi e Zeng Jinyan, tre famosi esempi di web-attiviste che si scagliano contro i regimi dittatoriali dei propri paesi e combattono per la libertà di opinione e i diritti umani, pagandone le pesanti conseguenze. Intrecciando i racconti delle protagoniste, il documentario presenta Cuba sullo sfondo delle condizioni dei prigionieri politici in carcere raccontata da Yoani Sánchez, l’esilio forzato di Farnaz Seifi dall’Iran, teatro di scontri e manifestazioni sanguinarie soprattutto in seguito alle elezioni del 2009, e gli arresti domiciliari di Zeng Jinyan, imprigionata in casa con la figlia neonata  e con una sola finestra per comunicare con il mondo. Tra lacrime, tristezza ma anche qualche soddisfazione, queste “Forbidden Voices” riescono comunque a fornire uno sguardo alternativo dall’interno di paesi dove la censura domina l’informazione. 

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