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Politica

Franceschini: «Basta furbizie»

In un’intervista al Corriere della Sera il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini

di Stefania Abbondanza

ROMA - In un’intervista al Corriere della Sera il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, ha detto: «I partiti di governo devono difendere compattamente la Finanziaria e nel contempo devono cercare le condizioni per costruire una maggioranza politica».

IL COMMENTO - «Fermiamoci prima che sia troppo tardi. Questa esperienza è iniziata per evitare che Salvini assumesse i ‘pieni poteri’. Solo che si trattava di un elemento sufficiente a far partire il governo». Per farlo durare «serve altro. I governi vanno tenuti insieme da una serie di motivazioni e noi ci dobbiamo preparare ad affrontare due snodi fondamentali. Intanto in Parlamento sta per iniziare l’esame della Finanziaria, che è sempre un appuntamento insidioso anche quando le maggioranze sono omogenee e sono il frutto di una vittoria elettorale. Poi sui territori stanno per celebrarsi le Regionali in Emilia Romagna e Calabria. Ecco, sia in Parlamento che sui territori rischiamo scelte negative».

LE CONDIZIONI - Secondo Franceschini «ci sono delle condizioni minime per andare avanti. Per esempio, sulla Finanziaria – dopo aver scalato una montagna che pareva insormontabile e che ha indotto Salvini a scappare da Palazzo Chigi – è emerso un senso di precarietà, è prevalsa la logica delle bandierine di partito. Si sono addirittura fatti appelli alle opposizioni per ricercare in Parlamento maggioranze trasversali su emendamenti alla legge di Bilancio. È inaccettabile. Serve un patto di metodo: le eventuali modifiche alla legge di Stabilità, così come ad altri provvedimenti futuri, andranno preventivamente concordate nella maggioranza. Senza furbizie e in modo collegiale, abbandonando l’idea di voler sconfiggere il partner di governo. Perché i risultati sono un successo di tutti, e i problemi sono problemi di tutti. Altrimenti si ripete il copione del governo gialloverde, che infatti è andato a sbattere».

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