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Green or not green, pros and cons of hydropower

Green o non green, pro e contro dell’energia idroelettrica

di Flavia Cruciani

Hydropower has a leading role in the contemporary challenge regarding renewable energy. According to the International Energy Agency (IEA), it currently represents the first source of renewable energy in the world. The major producer is China, followed by Brazil, Canada, United States and Russia. In recent years, however, its development has been slowing down due to the negative assessment of its environmental and social impacts, that a comprehensive review of its pros and cons is needed to determine if hydropower represents a valid alternative to fossil fuels.

Hydropower is a renewable Energy tank to its utilization of the natural water cycle to produce Energy. It is manly based on precipitation and water altitude gap to exploit the water pressure. No fossil fuels are burned during the process, so that there are no direct emissions. In addition, differently from other intermittent renewable sources like wind and solar, hydropower has proven to be reliable in ensuring a constant energy supply to the electricity grid. Finally, the water discharged from the turbines is not polluted, and can be put back in the natural water cycle without environmental consequences and without producing solid waste.

The pros, however, leave enough room for the cons. First, building of dam, often associated with hydropower projects, is all but “green”. Although there are no fossil fuels burned, the vegetation growing on the banks of rivers or lakes can decay in the water, releasing huge amount of methane, a potent greenhouse gas. Several studies have calculated the emissions deriving from huge dams in the world, as the Balbina Dam in Brazil and the Petit-Saut in French Guiana. These emissions must be captured and stored, or at least taken into consideration in worldwide emissions account, in order to obtain a comprehensive assessment on hydropower generation. A part from this, the impacts of dams on river flows, ecosystems and wildlife have been known since decades. It modifies the temperature and oxygen content of the water, as well as the natural river flows on which migrant animals as salmons rely for reproduction habits. Some hydroelectric reservoirs are known to be health hazards per se, as they cause waterborne disease spreading as well as the growth of contaminant algae and the release of heavy metals as mercury. Given the effects on water quality and wildlife, it goes without saying that hydropower has huge impact also on human populations living along the river banks, affecting their water provision and lifestyle habits as well.

Several academics, therefore, advice on the potential risk connected with hydropower generation plant, or at least with focusing on it for the future of energy sector addressing climate change. Energy provision must be diversified in order to assure a reliable and secure energy mix, and large dams must be replaced by small-scale projects, in order to respect and reduce impacts on local environment. Yet, research must be enhanced and the environmental impact assessed case-by-case, to merge energy with future sustainability. 

 

 

Sullo sfondo della contemporanea sfida globale riguardante l’energia rinnovabile, l’energia idroelettrica rappresenta un attore importante. Secondo l’International Energy Agency (IEA), essa rappresenta al  momento la più grande fonte di elettricità rinnovabile al mondo. Tra i paesi produttori, la Cina è al primo posto del podio, seguita da Brasile, Canada, Stati Uniti e Russia. La sua espansione, in ogni caso, è stata frenata in anni recenti a causa della valutazione negativa degli impatti ambientali e sociali degli impianti idroelettrici, tanto che una revisione dei pro e dei contro è d’obbligo nel determinare se potrà o meno rappresentare un’alternativa valida ai carburanti fossili.

L’energia idroelettrica è una risorsa rinnovabile in quanto sfrutta il naturale ciclo dell’acqua per generare elettricità. Si basa principalmente sulla quantità di precipitazioni e sul dislivello dell’acqua per sfruttare la pressione esercitata dallo spostamento di massa. Non vengono bruciati carburanti nel processo, quindi non ci sono emissioni nocive dirette. Inoltre, a differenza di altre fonti rinnovabili intermittenti come il solare e l’eolico, l’energia idroelettrica è in grado di assicurare una produzione di energia costante all’interno della rete elettrica. Infine, l’acqua che passa attraverso le turbine una volta utilizzata per produrre elettricità non viene inquinata dal processo, e può quindi essere immessa nuovamente nel ciclo naturale, senza conseguenze ambientali né generazione di rifiuti solidi.

I lati positivi, però, lasciano ampio spazio a quelli negativi. Innanzitutto, la costruzione di dighe, spesso per ragioni tecniche associata all’energia idroelettrica, è tutt’altro che “green”. Nonostante non siano bruciati carburanti fossili, la vegetazione che cresce lungo le rive del fiume o del lago sul quale viene costruita la diga può facilmente decomporsi nell’acqua, rilasciando grandi quantità di metano, uno dei più potenti gas ad effetto serra. Numerosi studi hanno calcolato le emissioni derivanti da grandi dighe nel mondo, come quella di Balbina in Brasile o Petit-Saut nella Guyana francese. Queste emissioni devono essere catturate, o almeno prese in considerazione nei calcoli globali sulle emissioni nocive, in modo da ottenere una valutazione complessiva dell’impatto relativo a questo tipo di produzione energetica. Recenti scoperte a parte, in ogni caso la costruzione di dighe ha dimostrato da sempre di avere un enorme impatto sul corso del fiume, sull’ecosistema locale e sulla fauna selvatica, visto che una centrale idroelettrica modifica inevitabilmente la temperatura e il contenuto di ossigeno dell’acqua, così come il flusso naturale del fiume su cui alcuni animali migranti come i salmoni fanno affidamento per la riproduzione e il ciclo vitale. Alcuni bacini idroelettrici sono addirittura riconosciuti come rischi per la salute di per se, causando la diffusione di malattie infettive, la crescita di alghe velenose e contaminanti l’acqua potabile così come la diffusione di metalli pesanti, come il mercurio. Visti gli effetti sulla qualità dell’acqua e sulla fauna selvatica, l’energia idroelettrica di fatto ha conseguenze negative anche sulle popolazioni che vivono sulle rive dei fiumi e ne dipendono per la sopravvivenza: accanto alle migrazioni forzate per fare spazio ai bacini idroelettrici, ci sono esempi di popolazioni costrette a spostarsi per l’inquinamento dei bacini idrici, per l’erosione lungo le rive dei fiumi e per la scarsità d’acqua.

Molti studiosi, dunque, avvertono sulla potenziale pericolosità di questo tipo di energia rinnovabile, o perlomeno sul puntare sull’idroelettricità come soluzione globale al cambiamento climatico. Le fonti di energia dovrebbero essere diversificate ed integrate l’una con l’altra per ottenere un mix energetico sicuro ed affidabile, l’utilizzo di gigantesche dighe sostituito da progetti di piccola portata, in modo da rispettare e ridurre l’impatto sul paesaggio locale. In ogni caso, la ricerca va approfondita e l’impatto ambientale, in tutti i suoi aspetti, calcolato caso per caso, in modo da accostare il mix energetico con la sostenibilità futura. 

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