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Politica

Il M5S apre al Pd sulla legge elettorale

Di Maio: «Siamo aperti al dialogo»

di Giulio Calenne

ROMA - Nella sua ultima intervista alla radio RTL 102.5, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha iniziato ad ammorbidire i suoi toni ed ha proposto al partito di maggioranza di scrivere insieme al M5S la futura legge elettorale . «In questo momento» ha detto «vogliamo scrivere le regole del gioco insieme al partito di maggioranza, il Pd, e lo vogliamo fare per due ragioni: c’è stato l’appello di Mattarella che chiede di fare una legge elettorale in modo che ci sia una chiarezza sul  risultato dopo le prossime elezioni, e poi il Paese è in grave crisi e non possiamo permetterci nuove elezioni politiche in cui ancora una volta si partorisce un risultato incerto che porta ad eventuali inciuci ed eventuali grandi ammucchiate, per questo abbiamo fatto una proposta a Renzi e al Pd»

IL LEGALICUM - Con una legge elettorale che premiasse la coalizione, e non la lista, il M5S non avrebbe nessuna possibilità di guidare il paese. Per fare questo, la legge elettorale migliore per il M5S sarebbe quella di un premio di maggioranza alla lista che dia la maggioranza sia alla Camera che al Senato; un Italicum esteso anche al Senato. Durante la sua intervista, Di Maio ha infatto continuato: «Partiamo dalla base che è la legge elettorale che ha partorito la Corte Costituzionale alla Camera, chiamiamolo Legalicum, ma non vogliamo essere rigidi e vogliamo andare incontro al partito di maggioranza e dire: quella è la base, fateci le vostre proposte di correzione nell’ottica di governabilità, che significa che uno vince le elezioni e può realizzare un programma elettorale. Loro, sulla base del Legalicum cosa propongono? Dei correttivi? Guardiamoli insieme in Commissione e poi approviamo insieme una legge elettorale condivisa, l’importante è che sia nell’ottica della costituzionalità della legge. L’unica cosa che io non toccherei è il premio alla lista, perché se cominciamo a fare il premio alla coalizione finiamo per fare come Prodi con Mastella o Berlusconi con Fini che poi si sfilano i vari partiti interni e diventa un disastro. Proprio perché vogliamo lasciare, in questo momento, ampio margine di trattativa in Commissione diciamo che quella è la base di partenza e di proporci delle modifiche, ma noi siamo disponibili a discutere sulla base di partenza che è il Legalicum».

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