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Il Parlamento europeo vuole "porre fine al fenomeno dei senzatetto"

Il Parlamento europeo vuole "porre fine al fenomeno dei senzatetto"

"Per risolvere la situazione è necessario prendere delle misure a livello nazionale e comunitario" è il consiglio del Pe

di Stefania Abbondanza

ROMA - Una richiesta diretta agli Stati membri dell'Unione europea con un obiettivo ben chiaro: "Porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030". Così il Parlamento europeo chiede la creazione di un quadro comunitario di strategie nazionali e una depenalizzazione il fenomeno dei senzatetto.

UNA QUESTIONE FONDAMENTALE - Secondo il Parlamento europeo si tratta di una "questione fondamentale", come scritto in un comunicato disponibile sul sito del Pe, soprattutto perché "l’accesso a un alloggio decoroso è uno dei diritti umani fondamentali". Eppure, continua la comunicazione, "il Parlamento ricorda che ogni notte sono 700mila le persone che dormono per strada in Europa: negli ultimi 10 anni la cifra è aumentata del 70%".

IN ITALIA - "In Italia le conseguenze della crisi finanziaria si sono riflesse nell’impoverimento di vari strati della popolazione, con una maggiore difficoltà nell’ottenere o nel mantenere un alloggio - si legge nel comunicato -. Secondo un’indagine Istat sono 50.724 le persone senza dimora che nei mesi di novembre e dicembre 2014 hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna in Italia. A questa cifra bisogna aggiungere il numero degli invisibili difficili da intercettare. Il profilo statistico maggioritario è di una persona di sesso maschile (85,7%), straniera (58,2%), sola (76,5%) e che vive al Nord (56%)". Una situazione aggravata dalla crisi economica provocata dalla pandemia da Covid-19, che ha problematicizzato "una situazione già fragile delle persone senza fissa dimora, visto che soffrono di problemi di salute in misura maggiore e hanno difficoltà all’accesso a condizioni igieniche adeguate e all’assistenza sanitaria. Con l’attuale recessione economica e la perdita dei posti di lavoro la percentuale dei senza fissa dimora potrebbe aumentare".

LA SOLUZIONE - "Per risolvere la situazione è necessario prendere delle misure a livello nazionale e comunitario - è il consiglio del Pe -. Il Parlamento europeo vuole che gli stati membri garantiscano a tutti l’accesso a servizi pubblici come l’assistenza sanitaria, il diritto all’istruzione e i servizi sociali. L’inserimento e l’integrazione delle persone senza fissa dimora nel mercato del lavoro dovrebbe essere sostenuta attraverso programmi di occupazione e di formazione, anche su misura". Oltre a ciò, quindi, "l’accesso alle strutture di emergenza (come i servizi di accoglienza notturna) dovrebbe essere sempre consentito ma anche considerato come soluzione ultima, dato che non possono sostituire le altre tipologie di aiuto che dovrebbero portare le persone senza fissa dimora a poter usufruire di una stabilità anche abitativa". 

PRIMA LA CASA - A questo problema si aggiunge inoltre un'altra richiesta, rivolta più in generale alla necessità di fare del diritto alla casa un bene comune. "Che gli stati membri adottino il principio dell’housing first (letteralmente ‘prima la casa’) già introdotto con successo in vari stati, tra cui l’Italia", chiede l'Eurocamera. "A differenza di altri modelli utilizzati nel passato, l’housing first cerca come prima cosa di trovare un alloggio permanente a chi è senza fissa dimora e solo dopo passa ad affrontare gli altri problemi (mancanza di lavoro, isolamento sociale...)". Un problema che nell'Unione sta crescendo, soprattutto dal momento in cui "i prezzi delle case sono aumentati del 5,2% nel secondo trimestre del 2020 rispetto a quello del 2019 nei 27 stati membri", conclude il comunicato.

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