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Il premier Conte parla all'Italia: «dobbiamo resistere»

Il premier Conte parla all'Italia: «dobbiamo resistere»

Decisa la chiusura di tutte le attività commerciali ritenute non essenziali

di Federico Marconi

ROMA - «Oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo. La decisione del governo è chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantire beni e servizi essenziali». Dopo una lunga attesa, sono finalmente arrivate le ultime decisioni del Governo, direttamente dalla bocca del premier Giuseppe Conte.

IL SEGNO IMPRESSO - L'Italia, afferma il premier, sta vivendo «la crisi più difficile dal Secondo Dopoguerra. In questi giorni durissimi siamo chiamati a misurarci con immagini e notizie che ci feriscono, ci lasciano un segno che sarà sempre impresso nella nostra memoria. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova, questi decessi per noi non sono semplici numeri. Quelle che piangiamo sono persone, storie di famiglie che perdono gli affetti più cari».

IL TEMPO - «Le misure sin qui adottate richiedono tempo prima che possano dispiegare i loro effetti - ha continuato il premier - dobbiamo rispettare le regole con pazienza, responsabilità, fiducia. Sono misure severe, ma non abbiamo alternative. In questo momento dobbiamo resistere, perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e le persone che amiamo».

CHI RIMANE APERTO - «Continueranno a rimanere aperti tutti i supermercati, tutti i negozi di alimentari e di generi di prima necessità - spiega il premier -. Non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni d'apertura dei supermercati. Continueranno a rimanere aperte farmacie e parafarmacie. Verranno assicurati i servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Assicureremo tutti i servizi pubblici, ad esempio i trasporti. Al di fuori delle attività essenziali, consentiremo solo lo svolgimento di lavoro in modalità smart working e consentiremo solo attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale».

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