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Arte e Cultura

"Il teatrino delle meraviglie": all'Avogaria di Venezia il celebre apologo di Cervantes sulla furbizia

Lo storico teatro veneziano presenta lo spettacolo per la regia di Angelo Callipo

di Giulio Calenne

VENEZIA - Un apologo divertente sul teatro e sulla sua capacitá di mettere a nudo le ipocrisie della società in cui viviamo e i rischi della discriminazione. Al Teatro a l'Avogaria di Venezia, Dorsoduro 1607, sabato 10 giugno 2017, ore 21.00, va in scena lo spettacolo “Il Teatrino delle Meraviglie” liberamente ispirato all’opera originale di Cervantes. Il celebre autore di Don Chisciotte si era, infatti, dilettato anche a scrivere per il teatro, realizzando i cosiddetti “intermezzi” ovvero piccole opere che raccolte insieme avevano lo scopo di intrattenere il pubblico, presentando storie strampalate che, come era accaduto per il cavaliere della Mancha, avessero come ultima finalità quella di mostrare come l’ingenuità cade facilmente vittima della furbizia.

IL TESTO - Il testo è stato adattato e in parte riscritto da Angelo Callipo, che ne cura anche la regia, mentre in scena si avvicenderanno gli allievi del Laboratorio Base del Teatro a l’Avogaria (Caterina Lo Greco, Jolanda Maccá, Paolo Mastagni, Rita Nicosia, Greta Pais) che, con questo spettacolo, terminano il loro primo anno di studio laboratoriale all’interno del teatro stesso.

LO SPETTACOLO - Lo spettacolo è un’allegra e frizzante galoppata in un mondo senza tempo, dove però l’incontro/scontro tra chi è più furbo e chi la furbizia altrui la subisce è un tema che si ripropone similmente ai tempi di Cervantes quanto nella nostra contemporaneità.

LA TRAMA - Una piccola compagnia di scapestrati commedianti gira di paese in paese per truffare i malcapitati e ingenui abitanti delle diverse borgate. Il mezzo è sempre lo stesso, ovvero le illusioni che sono capaci di suscitare per mezzo del loro Teatro delle Meraviglie, da cui il titolo dello spettacolo stesso. Immagini fasulle insomma alle quali però i poveri contadini di turno abboccano: stavolta i commedianti faranno credere che le loro illusioni potranno essere viste solo da chi è cristiano e soprattutto è venuto al mondo da legittimo matrimonio. È facile immaginare le conseguenze: tutti professano di avere i requisiti, ma poi tutti faranno finta di vedere, dal momento che non c’è niente da vedere e che dichiarando di non vedere si ammetterebbe implicitamente di non essere buoni cristiani. Uno spettacolo tutto da ridere che smaschera il pregiudizio e la rimozione che consiste nella scelta di vedere e giudicare quello che non c’è e vedere quello che invece c’è.

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