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In libreria "Gli occhi di Fellini" di Rosita Copioli

In libreria "Gli occhi di Fellini" di Rosita Copioli

Se oggi ci domandiamo chi è l’artista più completo del Novecento, il più profetico, rispondiamo: Federico Fellini

di Silvia de Mari

ROMA - Nato dalla frequentazione dell’autrice con Fellini, Gli occhi di Fellini racconta molteplici incontri: libri, rapporti con la letteratura, amici scrittori, artisti, sceneggiature, musiche, progetti editi e inediti: infiniti aspetti del lavoro, della personalità, delle passioni di Fellini attraverso tutti i film. È il percorso critico e rigoroso, di tutti i film del più grande regista del Novecento, man mano che lui si trasforma insieme a loro.

FELLINI - Per Fellini, nato a Rimini il 20 gennaio 1920, il cinema era ancora un’arte quasi nuova, fatta dalla luce. Distaccandosi dal magnete di Rossellini, inseguendo l’estro inesauribile dell’immaginazione e della mano, tanto capriccioso e volubile quanto esigente e preciso, Fellini ha restituito con ciascuno dei suoi film una rappresentazione memorabile della storia italiana, e più nel profondo, dell’anima umana. Ha attraversato il secolo incarnando gli umori e le storie che dal mondo contadino si sono trasformate nella realtà di oggi: ma reinventava di volta in volta uno stile, lanciava un genere, trasformava radicalmente e per sempre la cultura dei nostri giorni. A ogni film Fellini cercava se stesso. Come scrive Pietro Citati, il libro è «un meraviglioso ritratto di Fellini, una toccante rievocazione di Rimini, una storia del cinema e della civiltà italiana nell’ultima guerra e, di scorcio, una storia del mondo».

ROSITA - Rosita Copioli insieme a Fellini parla e ascolta, con attenzione e amore, un fratello maggiore, il suo doppio maschile. Il rapporto è straordinario: come non si verifica mai, o quasi mai: i due si dicono quasi tutto (con il pudore e la discrezione di due incantevoli complici); si raccontano sogni: anche quelli più segreti (perché la sapienza dei sogni, come dicevano i Greci, è immensa, e Fellini è il luogo ideale del segreto). Entrambi sono poeti, inventivi, fantastici, e hanno moltissimo in comune: la stessa Rimini, insieme provinciale e internazionale; il senso che l’artista è, fondamentalmente, uno straniero: l’intuizione del carattere visionario dell’arte: la consapevolezza che, in arte e letteratura, non esistono codici: l’idea che la sventura, che è ineluttabile, può essere sempre vinta e superata.

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