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#IoColtivo, al via la campagna di disobbedienza civile pro cannabis

#IoColtivo, al via la campagna di disobbedienza civile pro cannabis

Gracis (Dolce Vita): «Necessario infrangere alcune leggi per dimostrarne l’insensatezza»

di Stefania Abbondanza

ROMA – Ha preso il via lunedì 20 aprile #IoColtivo, la campagna di disobbedienza civile promossa da Meglio Legale, Dolce Vita, Associazione Luca Coscioni e Radicali Italiani dedicata alla coltivazione indoor della cannabis ad uso ricreativo e terapeutico. «Come spesso è accaduto in passato è necessario infrangere pacificamente alcune leggi del nostro tempo per dimostrarne l’insensatezza», dichiara Matteo Gracis Direttore di Dolce Vita, la più importante rivista italiana sulla cultura della canapa e gli stili di vita alternativi. I quattro promotori, con una campagna virale attraverso i social network, invitano i cittadini a piantare un seme di cannabis all’interno delle proprie abitazioni, fotografare l’azione e diffonderla sul web accompagnata dall’hashtag #IoColtivo.

IL COMMENTO - «Il nostro intento -continua Gracis- è quello di forzare una legge insensata per far capire ai nostri politici che l’autoproduzione di cannabis deve essere libera e autorizzata, cosa che già avviene in molti Paesi del mondo. 11 stati americani hanno già legalizzato la cannabis a 360°, così come Uruguay e Canada e presto anche il Lussemburgo».

LA LEGGE - In Italia il consumo di cannabis non è reato, ma, comporta sanzioni amministrative (come ritiro del passaporto o della patente, art. 75 del DPR 309/90). Mentre per l’auto coltivazione domestica è prevista una pena fino a 6 anni di reclusione (art. 73 del DPR 309/90). Questo rappresenta un enorme paradosso: di fatto lo Stato garantisce il monopolio della produzione e della vendita di cannabis al mercato nero delle mafie. Sul punto è intervenuta, il 19 dicembre 2019, una sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione che ha stabilito che: «Non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica. Attività di coltivazione che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore».

LA RICHIESTA - #IoColtivo si pone in questa direzione, per chiedere al Parlamento di seguire le indicazioni della più alta Corte di giustizia in materia penale e per decriminalizzare la coltivazione di uso personale. Nel nostro Paese si stima ci siano almeno 100mila persone che coltivano cannabis. Si tratta di persone perfettamente integrate nella società: che lavorano, hanno delle famiglie, hanno dei percorsi di vita normalissimi. Lo fanno per avere cannabis di migliore qualità e minor prezzo. Ma soprattutto, lo fanno per motivi legalitari: per non avere contatti con la criminalità organizzata e per non finanziare le mafie.

COME FUNZIONA - Per partecipare alla disobbedienza civile occorre essere maggiorenni e iscriversi gratuitamente al sito www.iocoltivo.eu. Basta procurarsi un vaso e un seme di cannabis (la cui vendita è assolutamente legale, anche per corrispondenza). A partire da lunedì 20 aprile, tutti gli interessati possono piantare un seme nella terra e coltivare una sola pianta. I partecipanti verranno invitati a pubblicare settimana foto dei propri germogli e delle proprie piante sui social con l'hastag #IoColtivo. E se ci sono problemi? #IoColtivo provvede all’assistenza legale per chi partecipa alla disobbedienza. Sarà infatti a disposizione dei partecipanti una task force di legali specializzati per l’assistenza gratuita dei cittadini che dovessero incorre in sanzioni amministrative.

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