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Jaguar Land Rover Italia con la comunità di San Patrignano

Jaguar Land Rover Italia con la comunità di San Patrignano

La ristrutturazione e riqualificazione delle strutture del villaggio dedicate alle donne

di Maria Chiara Fantauzzi

 

MILANO - Jaguar Land Rover Italia ha continuato a supportare la comunità di San Patrignano attraverso la ristrutturazione e riqualificazione delle strutture del villaggio dedicate alle donne del centro di recupero più grande d’Europa. L’incontro tra Jaguar Land Rover Italia e la comunità di San Patrignano, nel 2017 aveva dato vita al Progetto “Una casa per crescere” finalizzato al recupero della casetta 22, destinata ad ospitare giovani ragazze madri con i loro figli per regalare loro la stabilità e la serenità di cui avevano bisogno.

I LAVORI - I lavori di riqualificazione e ristrutturazione della casetta 22, che era risultata inagibile per problemi di dissesto idrogeologico, hanno dapprima comportato il consolidamento delle fondamenta e poi la ricostruzione e ripristino delle strutture, utilizzando materiali ecocompatibili e selezionati secondo gli standard in materia di sostenibilità. Dopo circa un anno, nel dicembre 2018, il Progetto “Una Casa per crescere” si è concluso con l’inaugurazione della casetta 22 che è stata resa disponibile per ospitare mamme fragili, in difficoltà che si rivolgono alla comunità di San Patrignano per chiedere aiuto e sostegno.

L’IMPEGNO - L’impegno di Jaguar Land Rover Italia è proseguito nel 2019, concretizzandosi nel progetto “Un rifugio per ragazze interrotte” nato per sostenere le vittime di violenza ed abusi, spesso cadute anche nella pericolosa voragine della tossicodipendenza. Si tratta di donne che ogni giorno combattono contro i loro demoni tra la paura e l’alienazione.

LA CASETTA - Con questo obiettivo, si è lavorato per recuperare un altro edificio, la casetta 9, in cui poter ospitare queste donne fragili della comunità, tristemente protagoniste di tali drammatici disagi. I lavori sono iniziati nel marzo 2019 ed hanno visto la costruzione della casetta a 360°, partendo dalla demolizione del vecchio edificio fino alla realizzazione della struttura definitiva, sempre utilizzando materiali ecocompatibili. Ed oggi, dopo qualche inevitabile ritardo dovuto all’emergenza sanitaria, finalmente anche la casetta 9 è stata completata e potrà accogliere queste donne offrendo loro un luogo sicuro, un rifugio, in cui ritrovare libertà e dignità, per riprendere in mano la loro vita, allontanarsi dalla violenza e guarire le loro ferite.

 

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