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Politica

La politica estera, nodo da sciogliere

Il nuovo Governo e la geopolitica mondiale

di Claudio Carassiti

ROMA – A poche ore dal giuramento del nuovo Governo, ancora non completati i doverosi e scontati passaggi per la fiducia parlamentare, nell’agenda dell’esecutivo già fanno bella mostra di sé argomenti di politica estera come il prossimo Consiglio Europeo di giugno nel cui ordine del giorno trovano spazio le migrazioni e la sicurezza, temi cari alle due forze politiche governative.

TEMI CALDI - È evidente ai più che i temi di politica estera avranno una parte fondamentale nell’azione di governo, come sempre è stato, a dispetto della sovraesposizione dei temi economici vista durante la definizione della squadra di Governo. Eppure, politica economica e politica estera sono “strettamente legati tra loro” sostiene Romano Prodi in un’intervista a Il Messaggero.

IL PROGRAMMA – Nel contratto di Governo, due sono i capitoli dedicati alle relazioni internazionali, il 10 dedicato agli esteri e il 29 dedicato all’Unione Europea. Una divisione di temi che lascerebbe intendere una visione scollegata dei due argomenti. La politica estera conferma la collocazione atlantica del nostro Paese anche se sostiene il rapporto strategico con la Russia fino a suggerire il superamento delle sanzioni impostele dall’Europa. Risultano evidenti le simpatie per Putin e la Russia “partner economico e commerciale potenzialmente sempre più rilevante”, “non costituendo la Russia una minaccia militare, ma un potenziale partner per la Nato e per l’UE” (contratto di Governo, pag. 18), senza trascurare la sintonia politica di Matteo Salvini per Trump fin dalla campagna elettorale presidenziale USA.

UE - All’Unione Europea viene dedicato un capitolo fatto di principi generici – “piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht” – e molto regionalismo, condito con un generico obiettivo di rafforzare i poteri del Parlamento europeo, dare rappresentanza alle Regioni, depotenziare gli accordi commerciali come Ceta e TTIP. Totalmente assente è una politica per il Mediterraneo visto come collocazione naturale dell’Italia e non come frontiera che ci divide dal terrorismo e dalla barbarie. Del resto, ricorda Prodi, “un partito determinante nel nuovo governo italiano [M5S, ndr] si oppone all’arrivo di un gasdotto in Puglia (il cosiddetto Tap) rendendo quindi vano il progetto che farebbe dell’Italia meridionale lo snodo fondamentale della politica energetica europea”.

IL MINISTRO – A prescindere da quanto scritto nel contratto di Governo, alla Farnesina siederà Enzo Moavero Milanesi, persona di grande esperienza nel ruolo, già ministro con Monti e Letta nonché funzionario di altissimo livello alla Commissione europea. Utilissime saranno le sue doti di negoziatore (teorico dei negoziati a “geometrie variabili”) e un certo suo distacco dalle dinamiche interne alla Farnesina. Il tempo dirà quanto una persona con tale curriculum possa entrare in sintonia col duo Di Maio-Salvini, che detiene la golden share del Governo, e il loro euroscetticismo di fondo.

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