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“La storia di tutte le storie” di Gianni Rodari al Teatro Argentina

Il lavoro della Piccola Compagnia è iniziato prendendo alla lettera il consiglio di Gianni Rodari “Usarne liberamente"

di Giordano D'Angelo

ROMA - “La storia di tutte le storie” è il racconto di un viaggio che Arlecchino, Pulcinella, Colombina e Balanzone compiono alla ricerca de  ”L’Uomo che non c’è”. Durante il viaggio i quattro protagonisti saranno aiutati da Pierrot e da “Il Bambino sperduto”, mentre verranno ostacolati dai cattivi, Pantalone e Smeraldina. Il viaggio toccherà molte tappe: il paese delle paure, il mercato delle parole, l’ospedale, ecc. Arriveranno poi sulla luna e lì, vedendo il perfido Pantalone che imperversa sulla terra, decideranno di tornare indietro per contrastare la perfidia del loro avversario. Lo spettacolo – tratto da Gianni Rodari (adattamento di Attilio Marangon e Roberto Gandini), con la regia di Roberto Gandini, sarà in scena dal 6 all’ 8 giugno 2019 al Teatro Argentina.  Musiche di Roberto Gori. Protagonisti gli attori del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli: Jessica Bertagni, Maria Teresa Campus, Fabrizio Lisi, Edoardo Maria Lombardo, Gabriele Ortenzi, Daniel Panzironi, Fabio Piperno, Giulia Tetta, Danilo Turnaturi.

IL TESTO - Il testo è considerato il capolavoro teatrale di Gianni Rodari. Viene scritto nel 1976 in collaborazione con un gruppo di artisti di primissimo piano: Emanuele Luzzati, Gianni Fenzi, Angelo Corti, Mara Baronti, Sebastiano Tringali, ecc, Il gruppo crea le premesse di questo capolavoro improvvisando con i bambini delle scuole elementari di La Spezia all’interno del Centro Alliende. Rodari scrive in una nota al testo “… ho sempre creduto… che il teatro deve nascere a teatro. Scrivere un testo teatrale non è come scrivere una favola. Non basta il vocabolario.” e poi, lamentando la fretta con cui aveva dovuto consegnare il testo definitivo “…posso dichiarare che “La storia di tutte le storie” non si può considerare un testo teatrale finito, ma piuttosto la materia prima per un testo teatrale per l’immaginazione… di un regista, o di una compagnia teatrale, o di un gruppo di ragazzi messi in grado di usarne liberamente.” Io credo che la forza di questa favola teatrale stia proprio nella sua presunta incompiutezza. Il teatro è sempre un’opera incompiuta, che si completa solo nel momento in cui viene messa in scena, e che si definisce con le invenzioni degli attori e con lo sguardo del pubblico. Rodari ci permette di maneggiare il testo “senza cura” “usandone liberamente”. Ci dà il benvenuto nel mondo della fantasia in cui una scopa si trasforma in un cavallo, o dove una parola detta per ridere, può diventare il contrario del suo significato. Con il lasciapassare rodariano entriamo nel mondo del gioco, nelle coniugazioni fantastiche del “facciamo che io ero”  che ci permettono di assumere tutte le identità possibili e condividerle con il pubblico.

IL LAVORO - Il lavoro della Piccola Compagnia è iniziato quindi prendendo alla lettera il consiglio di Gianni Rodari “Usarne liberamente!”. Iprimi incontri sono avvenuti in compagnia dei bambini di tante scuole elementari romane a cui è stato domandato: “E dopo essere stati nel Paese delle paure e nel mercato delle parole, i nostri amici in che paese arrivavano”? Le improvvisazioni che ne sono scaturite hanno fatto nascere “Il paese di Internet” dove Arlecchino, Colombina, Pulcinella e Balanzone, si salvano da Pantalone che si è travestito da virus informatico.

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