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L'Internet of Things nella gestione dell'acqua diventa materia di studio

L'Internet of Things nella gestione dell'acqua diventa materia di studio

Ecco le nuove frontiere digitali del servizio idrico integrato di Gruppo CAP

di Alessia Salmoni

MILANO - Assistenti vocali e chat bot per gestire il customer service, un sofisticato sistema di telecontrollo grazie a sensori IoT (Internet of Things) installati direttamente nei tubi per segnalare sversamenti illeciti, i sistemi digitali di modellazione 3D per mappare la rete e i cantieri, “contatori intelligenti” in grado di raccogliere i dati relativi alla gestione delle reti ed eventuali perdite, e ancora la robotica per migliorare la gestione di impianti da remoto.

LE NUOVE FRONTIERE - Le nuove frontiere digitali del servizio idrico integrato di Gruppo CAP, l’azienda pubblica che gestisce i servizi di acquedotto, depurazione e sistema fognario dei comuni della Città metropolitana di Milano, e di Fondazione CAP, ente senza scopo di lucro interamente controllata da Gruppo CAP, sono diventate materia di studio in occasione del Social Innovation Campus, il primo Campus italiano sull’Innovazione Sociale, promosso dalla Social Innovation Academy di Fondazione Triulza a MIND, il quartiere di Milano dove si è svolto Expo 2015 e dove oggi sta nascendo un vero e proprio distretto dell’innovazione.

IL COMMENTO - “La pandemia ha accelerato un processo che era già in atto e che ci sta portando verso un mondo digitale, ha commentato Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Il futuro della gestione del sistema idrico integrato passa dalla capacità di rendere smart reti e impianti, grazie a un incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo. Ecco perché il tema delle tecnologie IoT tocca tutta la nostra ricerca aziendale: dai progetti di incubazione delle startup più innovative nell’idrico, che sviluppiamo nel nostro Centro Ricerche, fino al sistema del telecontrollo per gli sfioratori, passando da sistemi digitali nei servizi di assistenza ai cittadini”.

IL WORKSHOP - A illustrare l’approccio innovativo di Gruppo CAP e tutte le soluzioni tecnologiche applicate alla gestione del servizio idrico sono stati Emilio Quarti, responsabile Service Operation, per la parte Intelligenza artificiale, e Marco Muzzatti, responsabile Operation Intelligence della water utility lombarda. I due esperti di CAP hanno tenuto un doppio workshop rivolto a partecipanti del terzo settore e delle imprese, e anche a 400 studenti che hanno potuto accedere al secondo appuntamento dedicato esclusivamente alle scuole.

IL TELECONTROLLO - Sul piano della depurazione, l’adozione di una tecnologia come il telecontrollo, applicata prima in via sperimentale a Peschiera Borromeo nel 2019, ha permesso di fare un ulteriore passo avanti per ottenere uno stato di monitoraggio più analitico e costante dell'analisi delle acque depurate. Ha inoltre consentito di intervenire in modo tempestivo grazie a un sistema di sensoristica per l’attivazione degli sfioratori, in grado di inviare da remoto e in tempo reale segnali di allerta ai tecnici competenti, per intervenire tempestivamente ogni volta che si rilevi un flusso di refluo verso un corpo idrico ricettore in assenza di precipitazioni, aiutando a individuare con più facilità gli eventuali casi di scarichi illeciti che possono verificarsi sul territorio

IL SOCIAL INNOVATION CAMPUS - I workshop di Gruppo CAP e Fondazione CAP si sono tenuti nel corso del Social Innovation Campus 2021 del 3 e 4 febbraio, il cui tema quest’anno è stato “Social Tech: la reazione per rinascere”. L’evento ha chiamato a confronto voci provenienti da ogni settore (studenti, terzo settore, imprese, centri di ricerca, mondo accademico ed enti locali) per dare una prospettiva concreta al futuro delle comunità di riferimento.

IL PROGRAMMA DELL'EVENTO - Un ricco programma culturale strutturato su temi di stringente attualità tra cui l’economia circolare, il trasferimento tecnologico al terzo settore, le infrastrutture sociali e green per la rigenerazione urbana, il coinvolgimento delle comunità, unito a un confronto diretto con le esperienze europee. Un palinsesto caratterizzato da circa 50 laboratori, 1 hackathon, un calendario fitto di workshop e lectio pensati per coinvolgere oltre 3.000 studenti delle Scuole secondarie di II grado, gli istituti di Formazione Professionale e le Università.

I VINCITORI - E anche quest’anno il Social Innovation Campus ha i suoi vincitori. Si tratta dell’interclasse di 4° e 5° dell’Istituto Tecnico Economico Enrico TOSI di Busto Arsizio con il progetto TimeUp, pensato proprio per valorizzare il distretto dell’innovazione di MIND. Si tratta di un’applicazione #socialdetox, com’è stata definita dagli stessi studenti, che invita a utilizzare l’area svolgendo varie attività, dallo studio allo sport, passando per giochi di ruolo come l’Escape room.

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