BRUXELLES - "La Commissione Ue sta raccogliendo tutti gli elementi necessari per comprendere meglio la situazione" in merito alle azioni (commesse anche con l'ausilio dei tribunali) per 'imbavagliare' i media in tutti gli Stati membri. "Un gruppo di esperti sta lavorando ad una piattaforma per lo scambio di informazioni e l'assistenza legale ai giornalisti vittime di questo fenomeno". Così la commissaria Ue alla trasparenza Vera Jourova durante la sua audizione alla commissione sulle libertà civili del Parlamento europeo.
IL CAMPANELLO D'ALLARME - Un "campanello d'allarme per tutti noi su questo fenomeno" è stata la morte della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, ha ricordato Jourova. "Prima di essere uccisa, Daphne ha affrontato più di 40 processi, tutti destinati a fare pressione su di lei, molestarla, esaurire le sue finanze e metterla a tacere".
GLI OBIETTIVI - Gli obiettivi che ora la commissione si vuole prefiggere per proteggere i giornalisti dai questi casi, secondo Jourova, comprendono "la formazione dei giudici affinché siano al corrente delle caratteristiche del fenomeno in modo da poterlo riconoscere immediatamente e fermare i casi prima che vengano trascinati in tribunale per anni, specialmente nei casi transfrontalieri, i più costosi per le vittime e i più difficili da individuare per i giudici".
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