ROMA - «L’ho visto per la prima volta al V Congresso del PCI, nel 1945». Comincia così il racconto che Emanuele Macaluso fa del suo rapporto con Enrico Berlinguer all’interno del suo diario “50 anni nel PCI”, edito da Rubbettino nel 2003 e riproposto in libreria in queste ore in omaggio al grande politico e intellettuale siciliano scomparso nei giorni scorsi. Quello tra Macaluso e il leader più amato del PCI fu un rapporto di reciproca stima ma collocato su posizioni nettamente diverse: favorevole a un’avvicinamento al PSI il primo, convinto della necessità di un rapporto più intenso con i cattolici il secondo.
IL COMMENTO - «Berlinguer non si staccò mai dall’asse strategico di Togliatti – scrive Macaluso nel capitolo del libro dedicato al leader comunista – Rispetto a Longo, con la sua segreteria il pendolo della politica del PCI, anziché muoversi verso l’area laico socialista, si spostò in direzione del mondo cattolico-democristiano. Lo stesso intenso rapporto con i leader socialisti europei, come Willy Brandt e Olof Palme, non ebbe come riferimento le conquiste sociali e il governo socialdemocratico, in un regime di libertà, di paesi rilevanti dell’Europa, ma i temi del rapporto Nord-Sud, molto importanti nella visione, per molti aspetti terzomondista, di Berlinguer»
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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