ROMA - Un mare più caldo di quello a cui siamo abituati: il Mediterraneo, ai tempi dell’Impero Romano, aveva superato di ben due gradi i valori medi registrati a fine del XX secolo, rendendolo il periodo più caldo per il nostro mare chiuso. Sono questi i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), con l'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Cnr-Irpi) di Perugia e l'Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar) di Napoli, in collaborazione con l'Università di Barcellona.
LO STUDIO - Per ricostruire la storia del mare, gli scienziati del Cnr sono saliti a bordo dell’Urania, una nave oceanografica, e hanno raccolto diversi dati da vari siti dell’Adriatico e del Canale di Sicilia. Sotto quest’ultimo, in particolare, sono stati recuperati vari strati del fondale marino che hanno consentito di comprendere e ricostruire la storia delle temperature del Mediterraneo nel corso degli ultimi 5.000 anni. Così si è potuto scoprire che dal I al V secolo d.C. il Mediterraneo ha vissuto un periodo di eccezionale riscaldamento: "Cronologicamente, questa fase corrisponde con lo sviluppo, l'espansione e il conseguente declino dell'Impero Romano", spiega Giulia Margaritelli, ricercatrice del Cnr-Irpi. "Successivamente a questa fase, lo studio mostra una graduale tendenza verso condizioni climatiche più fredde in tutta l'area, coincidenti con la caduta del Grande Impero".
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