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Salute

Medicina d'urgenza in allarme: mancano i medici

Richieste soluzioni immediate al ministro Speranza affinché si agevolino gli studenti delle scuole di specializzazione

di Giacomo Zito

ROMA - Il sistema sanitario di emergenza è diseguale sul territorio italiano e sta affrontando un periodo di estrema criticità. Questa la forte conclusione a cui si è giunti alla presentazione degli Stati generali dell’emergenza-urgenza che si sono tenuti a Roma. L’iniziativa ha coinvolto, tra gli altri, l'Ordine dei medici (Fnomceo), degli infermieri (Fnopi), società scientifiche, sindacati, fondazioni ed è stata voluta dalla Fimeuc (Federazione italiana di medicina di emergenza urgenza e delle Catastrofi).

ESTREMA CRITICITÀ - Per Fabiola Fini, presidente di Fimeuc, «il sistema dei pronto soccorso e del 118 sta attraversando una condizione di estrema criticità, con pesanti ripercussioni sul diritto alla salute». Per lungo tempo il fenomeno è stato sottovalutato ma è il momento che ci si ponga di fronte al problema e si trovi una soluzione, che sia uniforme. «Non si è capito che il cittadino che ha un'emergenza sanitaria non ha scelta», dice Anna Maria Ferrari di Fnomceo. 

LA CARENZA - Tra le responsabilità maggiori si nomina la carenza di medici. Secondo i dati mancano 2 mila medici di pronto soccorso e 118 e serve intervenire sull’istruzione affinché si possa velocizzare il percorso di uscita di nuovi specializzandi. Dal ministero della Salute, intanto, sono arrivati segnali incoraggianti. Nella Manovra sono previsti aumenti per le borse di studio agli specializzandi, fino a 1.500. Ma, per Lorenzo Ghiadoni, direttore della Scuola di specializzazione in Medicina di emergenza-urgenza di Pisa, «il problema è adesso, bisogna trovare una soluzione ponte». In attesa di un cambio di rotta, la presentazione tenutasi a Roma lo scorso giovedì è servita per produrre un documento finale di proposte che verrà presentato ai prossimi Stati Generali che si terranno a Firenze il 5 e 6 marzo.

 

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