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Montanelli-Sentinelli, la rima che stona

Montanelli-Sentinelli, la rima che stona

La rimozione della statua di Montanelli, chiesta a gran voce dai “Sentinelli”, apparirebbe come un gesto stupido e vuoto di senso

di Matteo Spinelli

«In Italia si può cambiare soltanto la Costituzione. Il resto rimane com'è». Aveva proprio ragione Indro Montanelli, quando nell’agosto del 1996 rilasciò tali dichiarazioni – tra le tante che lo hanno consacrato come una delle menti più illuminate del nostro paese – ad un giornale tedesco.

Il resto rimane com’è. Anzi, a volte peggiora. Basta sfogliare le pagine dei giornali per rendersene conto, piene zeppe della nuova questione che attanaglia i nostri giorni: rimuovere la statua di Indro Montanelli, presente nel parco a lui dedicato nel cuore di Milano. Chissà le risate che si starà facendo ora il maestro di giornalismo e chissà quanti corsivi ed editoriali avrebbe dedicato a tutto ciò, ma non per discolparsi. Non ne avrebbe avuto bisogno. Semplicemente per sottolineare ancora di più la stupidità di chi apre bocca e non collega il cervello prima di proferir parola.

Ma andiamo per gradi. Inutile stare a raccontare l’assurda accusa dei “Sentinelli”, un gruppo il cui nome già provoca ironia di per sé, nati nel 2014 con uno scopo più che nobile: combattere ogni forma di discriminazione. Stando alla loro ultima performance, però, sembra che l’unica forma di discriminazione che stiano combattendo sia quella nei confronti dei ragionamenti sensati.

L’accusa risale al 1935 quando il giovane Montanelli partì per il fronte africano. Qui, come da usanza e tradizione locale dell’epoca, prese in sposa una giovane eritrea. Una storia da lui stesso ricordata negli anni e mai rinnegata; anzi! Montanelli capì l’ingiustizia e l’anacronismo di quel legame dall’alto della sua intelligenza. Lui sì, pronto a non discriminare veramente. Senza negare né – storia alla mano, anche abbastanza recente – chinare la testa davanti a niente e nessuno. Chiedere ad Arcore per ulteriori informazioni.

La rimozione della statua di Montanelli, chiesta a gran voce dai “Sentinelli”, apparirebbe come un gesto stupido e vuoto di senso. Anzi, al contrario potrebbe presentarsi come il classico gesto di chi, per tentare di lavarsi la coscienza, vorrebbe tappare la falla di una diga con un cerotto.

Il gesto di Montanelli andrebbe, infatti, contestualizzato. Cosa dovremmo fare allora con le statue di imperatori, monarca e grandi personaggi del passato che, essendo vissuti in anni così lontani dai nostri, hanno vissuto la loro vita secondo il momento? Dovremmo fare piazza pulita dei mezzi busti raffiguranti gli imperatori romani che adornano via dei Fori Imperiali a Roma? Per fortuna le istituzioni – con il sindaco di Milano Beppe Sala in primis – non stanno minimamente prendendo in considerazione tale sciocchezza.

Forse, a ben pensare, tutto ciò però potrebbe servire. Chissà che il maggiore spazio lasciato dai monumenti in ricordo di grandi uomini non possa meglio ossigenare la testa di chi sproloquia per un minuto di notorietà.

Nessuno tocchi Indro Montanelli.

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