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Spettacolo

Mumble Mumble, ovvero confessioni di un orfano d’arte

Lo spettacolo presso la Galleria del Primaticcio, Palazzo Firenze

di Cinzia Giacchetta

ROMA - Andrà in scena, il prossimo 13 luglio, alle 21, presso la Galleria del Primaticcio di Palazzo Firenze, lo spettacolo “Mumble Mumble – ovvero confessioni di un orfano d’arte” (di E. Salce e A. Pergolari), promosso dalla Società Dante Alighieri con la finalità di raccogliere fondi destinati alla costituzione di 4 borse di studio destinate al comitato di Kiev.

GLI AMICI DELLA DANTE - La serata, aperta ai soci, sarà l’occasione per incontrare in una veste informale gli amici della Dante e fruire di uno spettacolo in cambio di una donazione che possa incentivare e favorire lo studio dell’italiano in Ucraina, e in particolare a Kiev, come pure nel resto dell’area est-Europa, dove la Dante ha intenzione di potenziare la rete di insegnamento della lingua.

RACCONTO IN TRE TEMPI - “Mumble Mumble” è un racconto in tre tempi in cui Emanuele Salce narra impudicamente le vicende di due funerali e mezzo (e le gesta dei protagonisti che in quei giorni si distinsero...). Nel primo, quello di suo padre Luciano, quando aveva poco più di vent'anni e, reduce da una nottata di eccessi etilici, si trovò a dover gestire da solo l'accadimento affrontando, nelle condizioni peggiori, una realtà a lui sconosciuta ed assai scomoda fra para-parenti a caccia di lascito, addetti alle onoranze funebri che lo inseguivano con cataloghi di bare e la ragazza per cui spasimava che non gli si concedeva. Nel secondo, quello di Vittorio Gassman, marito di sua madre, vissuto da trentenne più lucido e consapevole, in cui si assiste ad un vero e proprio Carnevale del sacro e del profano, fra autorità politiche improbabili e presenzialisti d'ogni risma: dai colleghi minori, a venditori d'automobili, religiosi frustrati, furfanti che nella calca stappavano bottiglie di vino pregiate per concludere il tutto con la semifinale degli Europei del 2000 Olanda - Italia con scene da stadio. Nel terzo (metaforicamente) il suo: vissuto attraverso l'incontro con una bionda australiana e una défaillance occorsagli in un museo di Sydney, con un finale in crescendo, fino a giungere ad una vera e propria liberazione non solo simbolica.

A CONCLUSIONE - Il racconto conclusivo dello spettacolo, che narra dell'incontro tra il protagonista e una bionda australiana, seguito da un'imbarazzante defaillance, ha catturato l’attenzione di Sandro Veronesi che, nel suo ultimo romanzo “Terre rare” scrive: “La storia narrata nel capitolo dieci della prima parte non è farina del sacco dell’autore, è una cover dello strepitoso monologo autobiografico di Emanuele Salce contenuto nel suo spettacolo intitolato Mumble mumble – ovvero confessioni di un orfano d’arte (di E. Salce e A. Pergolari). Oltre al ringraziamento per il permesso di rielaborarla, l’autore gli rivolge tutta la propria ammirazione”.

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