ROMA - Alcuni ghiacciai alpini sono ancora “stranamente” radioattivi. Secondo gli studiosi, si tratta delle tracce del disastro nucleare della centrale di Chernobyl del 1986, rimasta intrappolata nel ghiaccio dei Forni in Italia e del Morteratsch in Svizzera. Al momento non si pensa che questa anomalia possa portare a delle conseguenze per la natura circostante o per la salute delle persone, ma bisognerà aspettare il risultato di nuovi studi sulle aree circostanti.
LO STUDIO - A indicare l’anomalia sono i risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista The Cryosphere da un gruppo di ricerca internazionale, a cui ha partecipato anche l’Italia. Una buona parte delle ricerche, infatti, è stato eseguita dall'Università di Milano-Bicocca, oltre che dall'Istituito nazionale di fisica nucleare (Infn), l'Università di Genova, l'Università Statale di Milano e l'Università di Pavia. Durante l’analisi della crioconite, un sedimento che si accumula sulla superficie dei ghiacciai, sono stati riscontrati elementi radioattivi non naturali, come il cesio-137.
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