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Perù: confermato il rocambolesco ritorno alle urne

Il presidente Vizcarra ottiene il via libera del Tribunale Costituzionale, al voto a gennaio

di Giacomo Zito

ROMA - Confermate le elezioni anticipate in Perù. Il tre novembre, il Tribunale Costituzionale del Paese ha dato un parere negativo alla richiesta di Pedro Alaechea, titolare della Commissione Permanente dell’organo legislativo nonché presidente del Congresso, di sospendere le elezioni parlamentari convocate dal presidente Martín Alberto Vizcarra. Le elezioni erano state convocate lo scorso 30 settembre, dopo una rocambolesca votazione su cui il presidente aveva posto la fiducia.

IL PROBLEMA - Per la Costituzione peruviana, se un presidente perde per due volte, in un mandato, la votazione sulla fiducia può chiedere di sciogliere la Camera (il Parlamento peruviano è monocamerale) e di tornare alle elezioni. Il 30 settembre aveva chiesto la fiducia per votare una legge che cambiasse i metodi di elezione dei membri del Tribunale Costituzionale. Prima di ciò, però, lo stesso Congresso aveva approvato la votazione dei membri del Tribunale senza interpellare il presidente (in quanto, in Perù, la maggioranza del Congresso è in mano all'opposizione al governo). Con questo atto Vizcarra aveva annunciato la sfiducia "de facto" e inviato un messaggio alla nazione con cui annunciava le elezioni anticipato. 

LO STRATAGEMMA - L'opposizione parlamentare, però, mentre il presidente si rivolgeva al Paese, aveva votato la fiducia richiesta, rendendo lo scioglimento della Camera incostituzionale (visto che il presidente stesso non aveva ricevuto due sfiducie). Lo stratagemma dell'opposizione "fujimorista", ovvero guidata dal gruppo di maggioranza del partito Fuerza Popular, guidato da Keiko Fujimori, è stato inutile. Il 3 novembre il Tribunale Costituzionale ha stabilito che il presidente Vizcarra avesse ragione e che, quindi, il suo potere gli concedesse di tornare alle elezioni anticipate. 

IL PAESE - Il popolo peruviano è sceso in piazza a inizio ottobre per supportare Vizcarra. La maggioranza della popolazione è favorevole all'operato del neo-presidente e chiede di lavorare per contrastare la corruzione endemica nel Paese. Il 26 gennaio il Paese potrà esprimersi alle urne e decidere se continuare a dare il voto ai sostenitori di Fujimori oppure dare maggiore fiducia all'attuale governo.

 

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