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Pietro Grasso lancia le "Stories sulla Mafia" con i social

Pietro Grasso lancia le "Stories sulla Mafia" con i social

Il suo intento è quello di "Raccontare tutto ciò che so"

di Maria Chiara Fantauzzi

ROMA - Le memorie di uno dei protagonisti indiscussi della lotta a Cosa nostra sbarcano su Instagram. Si chiama 'Stories di mafia' il nuovo progetto social di Pietro Grasso. L'ex magistrato, già presidente del Senato, che fu uno dei giudici a latere del Maxiprocesso a Cosa nostra del 1986 - quello istruito dal pool antimafia che inventò Rocco Chinnici e di cui fecero parte Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta - ha deciso di "raccontare di nuovo, tutto, dall'inizio. Sperimentando un linguaggio diverso". "Tutto quello che so e che vorrei sapeste anche voi- spiega Grasso che si rivolge in particolare ai giovani- il mondo è cambiato, corre veloce nelle foto, nei video e sulle stories di Instagram. Non è vero che i più giovani siano disinteressati, che non abbiano voglia di impegnarsi. È proprio ascoltandoli e imparando da loro che ho capito che non sono loro a dover cambiare, ma noi. È il racconto che deve adeguarsi, trovare nuovi linguaggi, andare lì dove manca".

LE STORIE - Le parole della mafia, i boss della mafia, la strage di Portella della Ginestra che ispira ancora la giornata del 1 maggio, le stragi del biennio '92-'93 e i protagonisti dell'antimafia. Non solo i più noti tra loro, come Falcone, Borsellino e Peppino Impastato, ma anche storie decisive e meno raccontate come Pietro Scaglione, il primo magistrato ucciso da Cosa nostra insieme al suo agente di scorta Antonio Lorusso, o il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile sulla morte del quale investigò Borsellino che, proprio da qui, iniziò più intensamente a occuparsi di mafia. Questi i primi contenuti già online.


UNA NUOVA AVVENTURA - "Credo da sempre- aggiunge Grasso lanciando la sua nuova avventura social- che l'antimafia della repressione, fatta di buone leggi, indagini e arresti, non basti: le mafie si sconfiggono con l'impegno di tutti, non solo delle Istituzioni. Servono le persone, serve ciascuno di noi. Per questo ho scritto libri, partecipato a manifestazioni e ricorrenze, a conferenze e programmi televisivi; per questo ho incontrato migliaia e migliaia di studenti di ogni età nelle scuole, nelle università, in giro per il nostro bellissimo Paese. Lo faccio ancora, anche se ultimamente non posso abbracciare studenti e studentesse ma solo salutarli in videocall. L'emozione- conclude l'ex magistrato- è comunque grandissima ma mi auguro si possa presto tornare agli incontri in presenza".

FONTE ED IMMAGINE DIRE

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