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Politica, il nuovo avanspettacolo

Politica, il nuovo avanspettacolo

L’italico agone politico, mai come in questi giorni, sembra si sia trasformato in un grande varietà

di Matteo Spinelli

ROMA - “L’uomo è, per natura, un animale politico”. Una delle più grandi ed importanti citazioni di Aristotele – che per primo identificò tre forme di governo con le relative degenerazioni – si potrebbe adattare con semplicità al momento attraversato dall’Italia. Già, perché mai come in questi giorni, tra lockdown e tentativi di ripresa, l’italico agone politico sembra si sia trasformato in un grande varietà. Tra dichiarazioni, frecciatine, mezze conferme e piene smentite (poi puntualmente ribaltate entrambe con facilità quasi irrisoria), quello che dovrebbe essere un impegno concreto verso la cittadinanza si sta trasformando – per fortuna non in tutte le sue declinazioni – in un grottesco teatrino di avanspettacolo.

Da anni l’Eurozona, con l’Italia in prima linea, sta attraversando una crisi economica importante. A questa si è aggiunta la tristemente nota emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19. Un terreno, ahinoi, fertile per “l’animale politico” tanto caro ad Aristotele. Se l’unione fa la forza, come ci hanno insegnato i nostri avi, ora potremmo dire tranquillamente che l’emergenza fa il candidato o il (presunto) problem solver, ma dai risvolti tragicomici. Nessuna tavola rotonda  che riunisca le maggioranze e le opposizioni – neanche i tanti auspicati “Stati Generali” organizzati dal Presidente Giuseppe Conte – ma solo un tutti contro tutti, buono solo a farsi pubblicità a suon di “like”, “share” o dirette social.

D’altronde, ultimamente, i politici di casa nostra sembrano preferire nettamente lo scontro con tempi e battute cabarettistiche, piuttosto che il verso “uniti, perdio, chi vince ci può” di Mameliana memoria. Se il tutto rientrasse in una sana dialettica politica, sarebbe anche accettabile. Invece giornalmente assistiamo a dirette social contornate da mascherine tricolore di chi sembra avere a cuore il paese proponendo tutto l’opposto di quel che dice il vicino di casa. A questi fanno eco governatori regionali con tempi e battute umoristiche che potrebbero far impallidire anche geni della risata come Totò, Sordi e Tognazzi.

Tra chi si erge a salvatore della Patria (e della stabilità di Governo) e chi, da Sindaco, sfiderebbe i leader dell’opposizione con pernacchie, il quadro appare preoccupante più per i personaggi in campo che per la situazione stessa. Tante parole e promesse (in piene stile politico), ma nessuna vera responsabilità presa in prima persona, a tal punto che forse, nel nostro inconscio, rivalutiamo chi è passato dalle aule del Senato ai video su Tik Tok. Almeno ce lo ha fatto capire chiaramente che il suo intento è strapparci un sorriso, invece di riempirci di parole.

“Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno” recitava ad inizio anni ’80 un grande uomo della politica come Enrico Berlinguer. Ai politici (o politicanti?) di oggi non possiamo certo chiedere di reincarnare l’animo e la coscienza civile di personaggi della caratura di Berlinguer, Andreotti, Almirante o Fanfani; sarebbe come chiedere di raggiungere la Luna in mongolfiera. Ma possiamo auspicare che, in un barlume di lucidità, possano quantomeno tentare di imitarli, nel loro piccolo.

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