ROMA – L’ologramma di un buco nero è il primo test di una nuova applicazione del grafene, il materiale del futuro, erede di silicio e plastica, fatto da un unico strato di atomi di carbonio. Fiocchi di questo materiale, premiato nel 2010 con il Nobel per la Fisica, hanno ricreato la struttura spaziale e le proprietà dei buchi neri, cannibali cosmici che come delle aspirapolveri divorano tutto ciò che capiti loro a tiro, luce compresa.
LA RICERCA – È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Physical Review Letters dal gruppo internazionale coordinato da Anffany Chen, dell’Università canadese della Columbia Britannica, a Vancouver, insieme all’Università israeliana di Tel Aviv, al Centro di Fisica Teorica Rudolf Peierls di Oxford e al centro americano di ricerche di Microsoft.
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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