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mercoledì 29 settembre 2021 - 10:32
Roma, il corridoio borrominiano torna a collegare piazza Sant'Eustachio con il Palazzo della Sapienza

Roma, il corridoio borrominiano torna a collegare piazza Sant'Eustachio con il Palazzo della Sapienza

A tagliare il nastro del corridoio realizzato su disegno di Francesco Borromini è stata la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati

di Bianca Franchi

ROMA – L'elegante corridoio borrominiano torna a collegare piazza Sant'Eustachio con il Palazzo della Sapienza, gioiello architettonico sede del Senato, dell'Archivio di Stato di Roma e della rettoria di Sant'Ivo alla Sapienza.

L'inaugurazione del camminamento originale, chiuso da tempo, segna la fine della prima parte del grande cantiere curato dalla Soprintendenza speciale di Roma. Inaugurato nel 2016 dopo il sisma del 30 ottobre che ha colpito l'Italia centrale, il restauro ha riguardato anche la lanterna di Sant'Ivo con la sua decorazione a lingue di fuoco e molti ambienti del complesso, tra cui la grande sala della Biblioteca Alessandrina.

A tagliare il nastro del corridoio realizzato su disegno di Francesco Borromini è stata la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, accompagnata dalla soprintendente di Roma, Daniela Porro, dal direttore generale degli Archivi, Anna Maria Buzzi, e da don Sergio Bonanni, rettore della Chiesa di Sant'Ivo. Dopo questa prima fase, gli interventi proseguiranno grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Francesco Borromini fa il suo ingresso al Palazzo della Sapienza nel 1632, quando viene nominato architetto e inizia la costruzione della chiesa di Sant'Ivo e poi, nel 1665, la realizzazione della Biblioteca Alessandrina e delle quattro sale poligonali ai lati della chiesa. Tra il 1659 e il 1664, realizza infine il prospetto nord con la costruzione del portico che definisce il nuovo ingresso su piazza Sant'Eustachio. È così che si completa l'isolato dello Studium Urbis, ovvero l'università capitolina.

Ma non tutto va liscio, perché a Borromini viene contestata una mancata sicurezza della cupola. Lui inserisce così una cerchiatura metallica e la garantisce per 15 anni. Ma non basta, perché un anonimo gli dedica un sonetto pieno di sarcasmo. "Se la mano si mettesse al petto, farebbe il manovale e non l'architetto", recitano gli ultimi versi dello scritto ancora conservato nella Biblioteca Alessandrina. Tant'è, la cupola è ancora lì, resa oggi perfettamente stabile dal restauro curato dalla Soprintendenza di Roma che lo ha anche sostenuto economicamente insieme al Senato, alla Direzione Generale Archivi e al Vicariato. "Il Palazzo della Sapienza per il suo significato è forse l'edificio più importante tra quelli usati dal Senato- ha detto Casellati- Questa chiesa la consideriamo un po' la cappella del Senato ed è molto cara all'istituzione parlamentare. Dal 1976 hanno sede i nostri organismi interni e di garanzia. La riapertura del corridoio borrominiano, che dà accesso al Palazzo da Sant'Eustachio, restituisce un pezzo importante della storia architettonica legata a Borromini".

Con l'unità d'Italia il complesso rimase destinato agli studi universitari fino al 1936, quando tutti gli atenei vengono trasferiti nella città universitaria costruita a Castro Pretorio da Marcello Piacentini. Nello stesso anno all'Archivio di Stato di Roma viene assegnata l'ala sud e parte dell'ala nord, con la Biblioteca Alessandrina, del Palazzo della Sapienza. Nel secondo dopo guerra il complesso ha ospitato le udienze del tribunale britannico per l'eccidio delle Fosse Ardeatine e del delitto Matteotti. Una funzione giurisdizionale mantenuta in alcuni dei locali assegnati negli anni '70 del Novecento al Senato della Repubblica, in cui si tengono le sedute della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari.

IL RESTAURO - I dati emersi dalla verifica statica eseguita dopo il terremoto del 2016 indicavano la problematicità dell'area dove sorge il Palazzo della Sapienza: le fondazioni poggiano in parte su resti archeologici di epoca romana, in parte sul terreno di tipo golenale del Campo Marzio caratterizzato da una forte presenza d'acqua. La differente tenuta dei due substrati era all'origine di una sofferenza della struttura in particolare sul versante est del Palazzo, dove hanno sede la Biblioteca Alessandrina, la chiesa di Sant'Ivo e i locali adibiti a segreteria e direzione dell'Archivio di Stato di Roma. Sul versante est sono stati inseriti 16 tiranti in acciaio a iniezione controllata non visibili dall'esterno. In più, sono stati realizzati il rinforzo delle volte, il ripristino della continuità strutturale e la regolarizzazione dell'estradosso con la rimozione dei materiali incoerenti. Altri lavori strutturali hanno interessato il lato sud, con il consolidamento delle volte del secondo e del primo piano, dove ha sede la direzione dell'Archivio di Stato di Roma. Nella parte nord, la riapertura del corridoio borrominiano, prima utilizzato come deposito e garage, restituisce al complesso una sua storica entrata da piazza Sant'Eustachio, grazie al ripristino delle superfici verticali originarie e del pavimento. Al primo piano è stato eseguito il consolidamento della volta del corridoio adiacente alla Biblioteca Alessandrina, e la sostituzione del pavimento esistente con marmo di Carrara montato in diagonale come nel progetto di Borromini.

LA SECONDA FASE - "La sinergia tra diverse istituzioni ha permesso di realizzare in tempi brevi questi interventi sulle strutture murarie ma anche sulla cupola di Sant'Ivo, un elemento rappresentativo dello skyline della Roma barocca, insieme alla splendida sala della Biblioteca Alessandrina e alla riapertura del corridoio borrominiano. I nuovi lavori- ha spiegato la soprintendente speciale di Roma, Daniela Porro- interesseranno i piani superiori e l'interno della chiesa. Grazie ai fondi del Recovery restituiremo alla collettività un gioiello barocco che tutto il mondo ci invidia".

 

FONTE e FOTO: Agenzia Dire

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