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Editoriali

Roma, Raggi: analisi sul cambiamento del rapporto con i mezzi di comunicazione

Come cambia la relazione tra il Sindaco e i media dopo le vicende giudiziarie

di Giulio Calenne

ROMA – La comunicazione politica della sindaca di Roma Virginia Raggi ha subìto un radicale cambiamento dopo l’inchiesta che l’ha vista indagata per falso e abuso d’ufficio. Una vicenda non prevista che ha portato la sindaca a dover cambiare la sua immagine politica da “la paladina dell’onestà e della trasparenza” (utilizzata molto meno) nella “tenace combattente che per il bene di Roma resiste agli attacchi di chi ha paura di cambiare”.

Ma quali sono le tappe di questa metamorfosi? E quali gli elementi di incoerenza?

 

Le primarie a Cinque Stelle

 

PRIME APPARIZIONI IN TV – Per tre anni, prima della sua candidatura, Virginia Raggi ha svolto il ruolo di consigliera capitolina insieme ai suoi compagni di partito Daniele Frongia, Enrico Stefàno e Marcello De Vito (l’attuale Assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili, l’attuale Vice Presidente Vicario e l’attuale Presidente dell’Assemblea Capitolina). In questo periodo la futura sindaca non ha nessun rilevante approccio con i mezzi di comunicazione mainstream come radio, tv o stampa.  

La sua prima importante apparizione in tv risale al 11 ottobre 2015, intervistata, insieme ad altri suoi colleghi, da Lucia Annunziata nella trasmissione Mezz’Ora di Rai Tre. Durante l’intervista la Raggi è sicura di sé, risponde prontamente ad ogni domanda ed enuncia i motivi più ricorrenti del suo partito, sostenendo, ad esempio, che il Movimento Cinque Stelle è la prima vera forza di opposizione mai entrata in Campidoglio, che la destra e la sinistra hanno la stessa idea di mala politica, che vanno tutelati i più deboli, che bisogna ridurre gli enormi sprechi di Roma Capitale e che la macchina blu per ogni consigliere comunale è un’assurdità.

L’intervista è particolarmente importante anche per il suo valore di “trampolino di lancio”; dato che la Raggi, dopo la sua prima apparizione in tv, viene notata dal Direttorio dei Cinque Stelle e dalla Casaleggio Associati per la sua abilità di rendersi credibile, affidabile e affascinante di fronte alle telecamere. Dunque lodata anche da Alessandro Di Battista in un’intervista rilasciata a La Stampa e successivamente ritenuta, dai rappresentanti di maggior spicco del Movimento, la candidata con più chance di vincere le primarie.

 

PRIMARIE ONLINE – Con le primarie online per l’elezione del candidato sindaco dei Cinque Stelle a Roma, la Raggi ha utilizzato (così come gli altri candidati) essenzialmente due strumenti: una biografia scritta e un video. L’utilizzo di questi due strumenti nasce dall’intento del Movimento di dare a tutti i candidati la “stessa visibilità”. Tuttavia, inevitabilmente, i due strumenti sono sovrastati dalla notorietà ottenuta dai singoli concorrenti (come nel caso della giovane avvocatessa).

La biografia di Virginia Raggi è semplice e scarna: «Avvocato di 37 anni, collabora con l’Università degli studi di Roma "Foro Italico". Consigliere uscente del MoVimento 5 Stelle al Comune di Roma». La mancanza di una biografia dettagliata suggerisce a chi visualizza il sito una sorta di “presunzione di innocenza”, dato che i militanti dei Cinque Stelle, essendo degli onesti fino a prova contraria, non hanno bisogno di una biografia approfondita che giustifichi la loro integrità (sono, infatti, normali cittadini).

Con il video, visualizzabile su Youtube, le tematiche iniziano a cambiare. La Raggi assume i caratteri della militante standard del Movimento parlando di onestà, lotta ai privilegi e di cittadini normali al potere.

 

Candidata sindaco di Roma

 

LA BIOGRAFIA SCRITTA - Amo camminare in montagna, nuotare, sciare, fare immersioni subacquee. Ascolto Vasco, i Dire Straits e i Subsonica, mi piace andare al cinema e a teatro. L'ultimo libro? Il Piccolo Principe, lo rileggo ogni anno, l'ultima volta a mio figlio e adesso siamo immersi nella lettura de Le Mille e Una Notte. Sono cattolica. Mi piacciono le due ruote: la bicicletta (iniziata tardi), un giro dell’Austria nel 2008 e, da sempre, la moto che ho appeso al chiodo dopo un brutto incidente. Vivo di passioni e dovremmo farlo tutti.

Qui la giovane avvocatessa presenta la sua normalità. Vengono presentati elementi come la montagna, il mare, Vasco Rossi e il Piccolo Principe, in grado di innescare un meccanismo di empatia in chi legge. Riconoscersi nelle passioni dell’avvocatessa ci fa sentire come se fossimo uguali a lei, e ci spinge ad augurargli la vittoria (che diventa anche la nostra, dato che abbiamo le stesse passioni in comune).

È stata infatti proprio la passione, nata dalla rabbia di vedere la mia splendida città ridotta ad uno stato indecoroso, a farmi appassionare ai temi del decoro, della sostenibilità, del rispetto per gli altri e per l'ambiente a farmi entrare nei gruppi di acquisto e poi nel comitato di quartiere della mia zona. Poi, delusa e pentita dopo aver votato per anni a sinistra, nel 2011 ho scelto il Movimento 5 Stelle e, insieme ad altri due attivisti, ho costituito il gruppo del XIV Municipio.

Qui le passioni della Raggi (che dopo il processo empatico sono diventate anche le nostre) si scontrano con il degrado della città e diventano la fonte della forza che spinge l’avvocatessa ad interessarsi alla politica. C’è anche un richiamo agli elettori indecisi, “dopo aver votato per anni a sinistra”, diretto all’ampio bacino elettorale di quegli elettori che per anni avevano votato per il Pd.

Nel 2013 sono stata eletta portavoce Consigliere Capitolino e, nel corso del mandato, ho seguito attivamente i lavori delle Commissioni scuola, politiche sociali, cultura, politiche giovanili, Roma Capitale, politiche comunitarie e poi garanzia e trasparenza. Dopo aver vinto le primarie sul blog di Beppe Grillo, sono stata nominata candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle per Roma.

Da qui inizia una nuova avventura che mi piacerebbe vivere insieme a voi.

Questo passo rappresenta la non estraneità della Raggi al mondo della politica ed è una sorta di garanzia di capacità. La giovane avvocatessa è stata nel consiglio comunale per tre anni e sa come gestire, al meglio, la macchina amministrativa della città. Non è dunque estranea al mondo della politica.

LA LOCANDINA - L’hashtag scelto per la campagna elettorale è stato un gioco di parole, #coRaggio. Il termine “coraggio” nella propaganda della Raggi ha essenzialmente due elementi. Il primo è quello di richiamare ad una azione collettiva: tutti devono avere il coraggio di affrontare le difficoltà e l’immobilismo in cui versa Roma. Il secondo elemento è un fattore di sfida: chi ha la possibilità di scegliere il prossimo sindaco di Roma deve fare un atto di coraggio e fidarsi di affidare la città ai Cinque Stelle di cui ancora non si ha la certezza riguardo la loro preparazione e capacità. Il secondo hashtag più utilizzato è stato #RomaAiRomani, ed esercita la sua forza grazie ad un racconto inconscio per cui c’è una nicchia di potere che si è impossessata di Roma e una paladina della giustizia, la Raggi, in grado di liberare il campidoglio e restituire tutta la ricchezza della città ai suoi cittadini.

La locandina diffusa su internet illustra gli undici punti chiave del progetto di riforma della candidata: mobilità, rifiuti, trasparenza, ambiente, sicurezza, politiche sociali, dalle periferie al centro, scuola, arte e cultura, casa, turismo.  Questi elementi sono stati selezionati in base a quell’elettorato di cultura medio-bassa che è convinto che per risollevare Roma basti poco. È una sorte di lode al populismo e richiama quell’effetto empatico per cui l’elettore, che ha la stessa opinione della candidata, si immedesima in Virginia Raggi e spera nella (sua) vittoria.

IL VIDEO UFFICIALE Il video ufficiale di presentazione agli elettori è più lungo rispetto a quello delle primarie online e le tematiche affrontate differenti.

Nel video la Raggi dice: «la politica a Roma la fanno i liberi professionisti, gli artigiani che pagano le tasse più alte d’Italia ricevendo dei servizi scadenti. La politica a Roma la devono fare i musei, la devono fare i parchi. Non siamo solo una città, siamo storia. E qualcuno sta provando a cancellarci, speculando sulle nostre spalle, ma ora è giunto il momento di riprenderci la nostra rivincita […] Chi dev’essere spaventato è chi vuole che rimanga tutto così com’è. […]. È il momento di riprenderci la nostra città.»

 

Il testo, rispetto al primo video ufficiale, cambia notevolmente le tematiche. Ora non si parla più di onestà e di lotta alla corruzione, ma di “tutti i cittadini al potere”. Questa operazione di trasferimento di potere (dalla sindaca ai cittadini) tende a voler convincere l’elettore che la vittoria della Raggi, in realtà, è anche una sua vittoria. La giovane avvocatessa nel video cerca di convincere gli elettori che loro fanno parte della “stessa squadra” e che non votare per lei sarebbe assurdo.

All’interno del video, inoltre, dice “quelle madri che si fanno in quattro per trovare un nido decente per i propri figli”. Come si può già notare la Raggi rimarca molto il suo ruolo di madre. La figura materna, seguendo la cultura popolare dei romani, può assumere diversi significati. Da una parte c’è il significato più semplice di “una madre che si prende cura della città contro il padre ormai corrotto che pensa solo ai suoi interessi”. Dall’altra, la figura di una madre a Roma richiama inevitabilmente il mito della lupa con Romolo e Remo, e quello della Vergine Maria.

L’ultimo racconto fatto dalla candidata è quello per cui il Campidoglio è stato invaso dai nemici dello Stato che deprivano i cittadini di tutta la ricchezza di Roma, e che lei, Virginia Raggi, è giunta per salvare i romani dall’invasione per restituire così Roma ai romani. Basta votarla per riprendersi la città.

Da notare nel filmato la stessa giacca blu del primo video ufficiale, gli orecchini di perla e il particolare ciondolo a forma di bambino: uno di quei tipici elementi visivi inconsci che rimarca il ruolo di “madre della città” della Raggi.

 

APPARIZIONI IN TVLe apparizioni tv sono uno dei ripensamenti più importanti del Movimento Cinque Stelle, che nei primi anni dal suo ingresso politico aveva ribadito più volte la sua volontà di rimanere estraneo al mondo dei “mezzi di comunicazione subordinati al mondo della politica”. È dunque interessante partire dalla seconda partecipazione di Virginia Raggi a Porta a Porta, il programma diretto e condotto da Bruno Vespa.

Durante l’intervista la candidata sindaco parla dei problemi di Roma e della facilità con cui è possibile trovargli una soluzione. Ci sono le buche delle strade di Roma, risolvibili controllando che nessuno ci speculi sopra, l’ATAC, che in breve tempo può tornare ad essere il fiore all’occhiello dell’amministrazione capitolina riducendo gli sprechi e ostacolando l’evasione, i rifiuti, a  cui basta creare delle stazioni di riuso e riciclo per essere ridotti a zero, e le famose olimpiadi (Giachetti aveva attaccato più volte la Raggi sostenendo che le olimpiadi, se si è in grado di gestire una città, sono un’ottima opportunità di sviluppo) che secondo la candidata non possono essere svolte in una città che soffre di ben altri problemi. Interessante notare che la Raggi afferma di avere già quasi tutti i nomi per la sua futura Giunta, mentre, al momento della sua insediatura, per un periodo di tempo relativamente lungo c’è stato proprio il problema di trovare i nomi degli assessori. Il presentare i problemi di Roma come “facilmente risolvibili” segue una tipica strategia del marketing per cui è più facile vendere un prodotto se questo promette di risolvere il nostro problema in minor tempo rispetto agli altri prodotti. (Comprereste una crema che fa sparire l’acne in una settimana o quella che ci mette un giorno?)

Un’altra importante apparizione in tv c’è stata a La Gabbia, il programma televisivo condotto da Gianluigi Paragone. La Raggi risponde alle domande poste sui rifiuti e fa l’esempio dei bambini, che nelle scuole materne sono abituati a riciclare ogni cosa; e di come, insieme a suo figlio, sia abituata a riciclare scatole di biscotti e barattoli di yogurt per fare dei “lavoretti” come giocattoli o robot. Durante l’intervista parla poi degli enormi sprechi di Roma, dei campi rom che sono da sempre una mangiatoia per i politici e per le cooperative, e dello scandalo di Mafia Capitale.

Un’intervista che ha fatto infuriare i sostenitori del Movimento Cinque Stelle per il brutto atteggiamento del conduttore, è stata invece quella di Corrado Formigli a Piazza Pulita. Nell’intervista Formigli non è tenero con la Raggi e cerca di metterla in difficoltà su temi come l’immigrazione, la proposta della candidata di mettere un assessore a tempo determinato e il suo mancato dibattito tv con Giachetti. Prendendo un estratto:

-          Sarà il sindaco dell’accoglienza o degli sgomberi?

-          L’accoglienza va fatta in modo diverso.

-          Cioè?

-          Basti pensare a Roma Capitale. Buzzi diceva “i migranti rendono più della droga”. Non possiamo trattare le persone come se fossero soldi.

-          E lei che cosa propone, scusi?

-          Bisogna incidere sul piano nazionale […] ristabilire il rispetto delle quote […] dobbiamo accogliere, ma lo deve fare tutta l’Europa.

 

Questo è un tipico esempio di non risposta. Alla richiesta di illustrare come pensa di risolvere l’emergenza migranti a Roma, la Raggi utilizza delle risposte “preconfezionate” come: Mafia Capitale, rispetto delle quote, il problema è anche dell’Europa (le ultime due non sono competenza del comune, ma del governo); distogliendo così l’attenzione dalla domanda iniziale e portandola su altri temi (la candidata, infatti, non dà nessuna risposta tecnica sul come gestire i migranti a Roma, a differenza di Giachetti che, sui migranti, aveva proposto di dare più potere ed energie ai servizi sociali con un progetto chiamato “Romainclude").

Durante l’intervista la Raggi parla anche di riorganizzare le aziende partecipate del Comune di Roma e fa l’esempio del CIF (Centro Ingrosso Fiori) che da dieci anni non vende un fiore, costando comunque alle casse del Comune centinaia di migliaia di euro all’anno (il CIF è ancora una azienda partecipata da parte del Comune).

Formigli chiede poi alla Raggi di spiegare le sue proposte riguardo la realizzazione di una funivia, di una moneta alternativa per Roma e della distribuzione di pannolini lavabili per diminuire l’immondizia. La candidata risponde dicendo che sono proposte “semplici” e che nelle altre città del mondo sono state già adoperate. La semplicità delle proposte della sindaca si accosta a quell’elettorato di cultura medio bassa che ritiene che per governare la città basti essere onesti e che basti poco per risolvere i problemi di Roma.

Il connubio “onestà” e “semplicità” è tipico della narrazione dei Cinque Stelle. Proposte semplici, come la funivia, acquisiscono valore proprio grazie all’onestà di chi le propone. Ad esempio, se a proporre la funivia fosse stato un candidato percepito dall’elettore come non onesto, la proposta da “soluzione semplice” sarebbe stata percepita come “un’occasione per far mangiare i soliti corrotti”. L’onestà è, dunque, fondamentale: da una parte, per valorizzare le proposte semplici e, dall’altra, per non far passare gli eletti Cinque Stelle per degli incompetenti.

Tra le proposte più semplici di Virginia Raggi c’è stata poi quella di distribuire pannolini lavabili alle mamme romane. Il consumo dei pannolini, infatti, secondo la candidata produce il 10% dei rifiuti indifferenziati. Uno spreco che può essere evitato distribuendo dei kit per lavare i pannolini o creando delle cooperative di quartiere incaricate alla pulizia dei pannolini.  Questa proposta rientra perfettamente nell’immagine politica della Raggi che la raffigura madre e portatrice di idee semplici ed innovative. Ma cosa sarebbe accaduto se la stessa proposta fosse stata della Meloni?

Altre proposte “semplici” sono state quelle di cambiare colore a tutti gli autobus dei mezzi pubblici romani per essere riconosciuti meglio da lontano, di creare una moneta alternativa e quella di far pagare le tasse ai Rom.

 

L’identikit narrativo di Virginia Raggi.

A questo punto è possibile delineare una sorta di figura politica di Virginia Raggi:

-          È madre_ Il suo essere madre non si limita nell’avere un figlio, ma è una caratteristica che è estesa a tutta la città. La Raggi nelle interviste è calma e pacata come una madre, ci sono dei filmati che la ritraggono tenera con suo figlio e lei stessa parla molto spesso di tematiche “da madre” come asili e pannolini. Nell’elettore questo elemento fa scaturire una sensazione di “affidabilità” e “compassione” nei confronti della giovane avvocatessa.

-          Viene da un ambiente sano e naturale_ La giovane avvocatessa si presenta come “una del popolo” che è nata e cresciuta in un ambiente “normale” (dove con normalità si intende virtù). Seguendo il pensiero dei Cinque Stelle - secondo cui il popolo è migliore di chi li governa - la miglior candidata nel ruolo di sindaca non può che essere una persona normale. La Raggi nelle sue varie interviste si professa sempre come una normalissima cittadina.

-          La sua determinazione nasce dal non poter vedere Roma in uno stato pietoso. Nel racconto della Raggi, la domanda “perché vuoi fare la sindaca?” (che può nascondere il desiderio del candidato di una scalata sociale) è risolta mediante la spiegazione della passione. La Raggi vuole fare la sindaca perché è mossa da sani principi che si scontrano con il degrado della città. L’elettore può rassicurarsi che il suo intento è puro e che non vuole nessuna agevolazione derivante dalla sua posizione.

-          È capace_ Se un prodotto è garantito da delle buone recensioni o da un’assicurazione, è più probabile che saremo portati a comprarlo. Così nelle elezioni di Roma, la Raggi si presenta come una brava avvocatessa e come un’esperta che vuol fare la sindaca supportata dalla sua passione e da una squadra di esperti sempre pronta ad aiutarla.

-          La guerriera che prende le sue forze dal potere che gli conferisce il popolo_ Il tratto della Raggi come paladina del popolo è particolarmente rimarcato. La candidata non si presenta mai come una “semplice portavoce dei cittadini”, ma come colei che entrerà in Campidoglio e caccerà via (come se fosse una conquista militare) i ladri e i corrotti. Particolarmente interessante è che la forza grazie alla quale la giovane avvocatessa può riuscire nell’impresa, è il voto e il supporto dei cittadini romani.

-          Ha idee semplici_ La semplicità delle idee di Virginia Raggi è fondamentale per poter dialogare con il maggior numero possibile di elettori e, in particolare, quegli elettori che hanno tendenze politiche o di destra o di sinistra. Le sue proposte sono, infatti, politicamente neutre. Ad esempio, la proposta “bisogna accogliere i migranti (di sinistra), ma devono essere limitati e controllati (di destra)”, è in grado di colpire l’ampio bacino elettorale di quegli elettori di cultura medio bassa senza un orientamento politico stabile.

-          Principessa in pericolo_ All’interno della narrazione di Virginia Raggi è presente anche un meccanismo di difesa che può essere chiamato “principessa in pericolo”. Il popolo dei cinque stelle, quando la Raggi subisce degli attacchi, è chiamato a raccolta per difenderla e attaccare chi minaccia la sua integrità. Questo principio è largamente visibile grazie ai commenti realizzati su internet dai supporter dei Cinque Stelle.

 

Sindaca di Roma

 

Il ballottaggio per l’elezione a sindaco di Roma tra Giachetti e La Raggi, ha visto vincere quest’ultima con un sorprendente risultato che le ha fatto ottenere il 67,15% dei voti.

È possibile spiegare un tale successo grazie al momento storico in cui sono avvenute le elezioni. La Raggi si è, infatti, ritrovata di fronte a degli avversari che avevano perso la fiducia degli elettori (dopo Mafia Capitale) e che si presentavano senza un programma in grado di far percepire la volontà di innovazione e di cambiamento desiderata dai romani.

 

I PRIMI PASSILe immagini e i video dei primi giorni della Raggi sindaca, si sono concentrati essenzialmente su due aspetti: quello di “una persona normale al potere” e quello di “una madre come sindaco”.

Riguardo al primo aspetto hanno fatto scalpore le immagini di Virginia Raggi piangere nell’affacciarsi, per la prima volta, dal balcone del Campidoglio per salutare quei sostenitori che erano venuti per incoraggiarla.

Queste immagini (non si sta discutendo sulla spontaneità o meno del gesto) inducono lo spettatore a pensare che la giovane avvocatessa si sia commossa perché è una persona normale che prova dei sentimenti comuni.

A differenza dei vecchi sindaci (che non avevano a cuore la città, ma soltanto il loro personale profitto) Virginia Raggi si commuove nel vedere che i suoi sostenitori credono in lei e nel sapere che finalmente può prendersi cura di Roma.

Il secondo aspetto vede la Raggi capace di essere sia sindaca sia madre e, da una parte, viene rimarcata l’immagine della sindaca come madre della città, dall’altra, di Virginia Raggi che riesce a prendersi cura del figlio anche se è alle prese con la gestione di Roma. Una perfetta “madre che si fa in quattro per il bene dei suoi figli”.

Un’altra iniziativa rilevante è stata quella di aprire il Campidoglio e Palazzo Senatorio al pubblico ogni domenica del mese, proposta gestita come un vero e proprio evento mediatico. Su molti siti si è letto “La sindaca fa da Cicerone al Campidoglio” o “La Raggi apre le porte del Campidoglio”. Nei video realizzati durante la giornata si può vedere la sindaca parlare della scelta di aprire Palazzo Senatorio ai cittadini come un gesto per farli riappropriare della città. Anche se l’iniziativa sembra unica nel suo genere, i precedenti sindaci di Roma avevano già organizzato giornate di apertura al pubblico.

PROBLEMI CON GLI ASSESSORI - Dopo solo un mese e mezzo dal suo insediamento, per Virginia Raggi iniziano i problemi con “l’onestà e la purezza” dei suoi assessori. L’Assessora all’Ambiente Muraro viene inizialmente accusata di conflitto d’interesse per il suo ruolo di consulente dell’Ama durato dodici anni, e, successivamente, viene indagata per abuso d’ufficio e violazioni ambientali. La sindaca di fronte a queste difficoltà ha scelto di difendere l’Assessora. Vediamo alcune sue dichiarazioni:

«Sta facendo un ottimo lavoro Considerando che Ama è stata appannaggio del Pd e del Pdl per anni, che oggi vengano a far polemiche fa un po’ sorridere. Stanno facendo polemiche contro la loro politica di gestione su Ama»

 

«A noi non spaventa la campagna diffamatoria di certa stampa, d’altronde eravamo preparati già dalla campagna elettorale a certi giochi. Un vero ringraziamento, invece, va agli operatori Ama che da quando ci siamo insediati ci sono stati vicini.»

 

«La crisi dei rifiuti a Roma? “È sistemica e abbiamo scarse risorse e tempi brevi: lavoriamo con il rischio sanitario dietro l’angolo”. Il presunto conflitto d’interessi dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro? “Una persona competente che forse è diventata scomoda”.»

 

È qui che entra in gioco la modalità di difendersi dagli errori commessi, più tipica del Movimento. La modalità consiste nel dire che quelli che sembrano degli errori o delle incuranze degli eletti a Cinque Stelle, sono in realtà degli attacchi costruiti dalla stampa. I mezzi di comunicazione, infatti, servi dei soliti vecchi partiti, costruiscono e trovano delle scuse per attaccare il Movimento e i loro eletti. Se dunque da un lato c’è un attacco da parte dei nemici, dall’altra c’è la necessità di resistere. La Raggi nelle sue dichiarazioni difende l’operato della Muraro e dice che la crisi dei rifiuti a Roma è sistematica, parla dei rischi sanitari (durante la campagna elettorale proponeva i pannolini), accusa il Pd e il Pdl e dice che la Muraro è “scomoda”, intendendo dire che fa paura ai soliti vecchi nemici dello Stato che hanno paura di cambiare.

Dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, la Muraro sceglie di dimettersi per «responsabilità istituzionale». Anche in questo caso la Raggi sceglie di essere coerente con le tesi precedentemente espresse e continua a sostenete l’Assessora: «Sono accuse risibili. Appena cadono, lei tornerà assessore».

Il 16 dicembre inizia un nuovo problema per la Raggi. Raffaele Marra, il suo capo del personale del Campidoglio, viene arrestato per corruzione. La Raggi si difenderà dicendo «È solo uno dei 23mila dipendenti comunali, andiamo avanti» (dopo le successive inchieste sappiamo che Raffaele Marra per Virginia Raggi non era un semplice “dipendente”, ma un amico con cui condivideva una chat su WhatsApp), «Marra era già un dirigente amministrativo da dieci anni e ci siamo fidati. Mi dispiace nei confronti dei cittadini romani […] faremo luce collaborando con la giustizia. […] il mio braccio destro sono i romani ed è per loro che ogni giorno lavoriamo senza sosta». La strategia comunicativa intrapresa dalla sindaca è dunque quella di presentarsi come totalmente estranea ai fatti e giustificare l’errore commesso presentandolo come causa della sua inesperienza e fiducia nel prossimo.

È interessante notare che la figura politica della sindaca non sia stata scalfita minimamente dal termine corruzione (che all’interno della retorica del Movimento Cinque Stelle rappresenta una sorta di anatema da lanciare contro gli avversari). Com’è possibile che la figura politica della Raggi abbia tenuto così bene all’impatto di Marra? La spiegazione più plausibile è che l’aurea di purezza, di onestà e di innocenza della sindaca abbia agito da “scudo”. L’elettore è portato a pensare che la Raggi, onesta ma un po’ ingenua, si sia “fidata delle persone sbagliate” (proprio a causa della sua purezza ed inesperienza, che sono anche le sue qualità) - per fare un esempio in contrasto basti pensare cosa sarebbe accaduto se al posto della Raggi ci fosse stato Alemanno -. Un altro motivo è la tendenza dei sostenitori del Movimento Cinque Stelle a far gruppo. La Raggi sotto attacco diventa una sorta di “principessa in pericolo” che dev’essere salvata grazie al sostegno attivo sui social e la difesa strenua della sindaca in ogni occasione.

 È interessante notare che la Raggi su facebook e twitter molto raramente faccia delle allusioni ai suoi problemi con la giustizia. L’immagine che vuole dare sui social è, infatti, positiva in ogni suo aspetto.

La sindaca e i suoi problemi giudiziari

 Il 24 gennaio 2017 Virginia Raggi risulta essere indagata per falso e abuso d'ufficio nell’inchiesta relativa alla nomina a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele. Da questo momento la retorica adottata dalla Raggi della “paladina dell’onestà e della trasparenza” cambia per trasformarsi in “la tenace combattente che per il bene di Roma resiste agli attacchi di chi ha paura di cambiare”. Questo cambiamento è avvenuto perché difendersi da un attacco personale che riguarda l’onestà con un “sono la paladina dell’onestà”, non avrebbe senso. La Raggi ha scelto dunque di difendersi creando una narrazione per cui il suo operato, che fa paura ai potenti e ai loro leccapiedi, è messo sotto attacco dalla stampa e da quei nemici che cercano di trovare delle scuse per attaccarla.

Vediamo come ha gestito l’inchiesta che la riguarda:

«La procura sta ancora indagando mi ha chiamato per sentirmi e ed è poco serio mettere in bocca alla procura cose che non ha mai detto, queste ricostruzioni sono solo giornalistiche, non credo siano vere. Mi hanno chiamato, andrò a rispondere. Mi immagino che tra un po' diranno che ho anche ucciso qualcuno».

«C'è un'indagine in corso. Secondo voi devo rispondere a voi o alla Procura? Io credo di dover rispondere per prima alla Procura».

«Ho informato Beppe Grillo e adempiuto al dovere di informazione previsto dal Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle (pubblicato sul blog di Grillo il 2 gennaio e sottoposto alla ratifica del voto degli iscritti il giorno successivo) […] ho avvisato i consiglieri di maggioranza e i membri della giunta e, nella massima trasparenza che contraddistingue l’operato del M5S, ora avviso tutti i cittadini. Sono molto serena, ho completa fiducia nella magistratura, come sempre. Siamo pronti a dare ogni chiarimento».

«Tra i tanti commenti di affetto di queste ore ho trovato questo che mi ha fatto sorridere. (riferendosi al post “Il sinnaco nun se tocca” sul blog di Beppe Grillo). Vi ringrazio tutti e vi assicuro che tengo la barra dritta e vado avanti per Roma.»

Come si può leggere, Virginia Raggi è sulla difensiva. Non dice “non ho fatto nulla di illegale”, ma “c’è un’indagine in corso”. Nel terso passaggio si può notare come la Raggi cerchi di spostare l’attenzione sugli aspetti positivi parlando del suo rispetto delle regole, della sua massima trasparenza e della sua fiducia nella magistratura.

Tuttavia, il fattore che più ha influenzato la comunicazione politica della Raggi nel momento in cui è stata indagata è stato quello del supporto dei suoi sostenitori. Il primo a supportare la sindaca di Roma (come a dare il beneplacito) è stato Beppe Grillo. Il consenso del lider maximo ha acconsentito alla formazione di un gruppo di persone apertamente favorevoli a Virginia Raggi e pronti a difenderla in ogni occasione. Da una parte c’è dunque un importante membro dei Cinque Stelle in pericolo, e, dall’altra, una comunità immaginata pronta a difendere la sindaca.

Tra i vari post di sostegno alla sindaca di Roma Virginia Raggi è interessante la poesia di un supporter pubblicata sul Blog di Beppe Grillo. Al suo interno si possono rintracciare i principali elementi narrativi che costituiscono le basi dell’immagine politica della Raggi come: i nemici dello Stato, gli errori per la sua ingenuità, la sindaca guerriera che vuole il bene di Roma e una esortazione a difenderla.

 

Dar primo giorno dopo l'elezzione,

l'hanno accerchiata dandoje er tormento,

io ciò 'n idea de tutta a situazzione,

s'è messa contro quelli der cemento.

 

Sò entrati prepotenti ner privato,

vorebbero costrignela a la resa.

Quarcuno ha fatto i conti e s'è sbajato,

l'ho vista stanca e quarche vorta tesa.

 

E' stata troppo ingenua davvero

ha fatto quarche erore e chiesto scusa,

quello che dice sò ch'è tutto vero

da oggi l'hanno messa sotto accusa.

 

Le cose, certo stanno messe male

pe quelli che se sò arubbati tutto,

er tempo passa e la pressione sale,

quello che c'era prima sarà distrutto.

 

Giornali e giornalisti de regime

palazzinari, burocrati e banchieri

nun tornano li conti co le stime

se sò incazzati pure l'ingenieri

 

Virginia è onesta e pure preparata

er popolo ha capito, de chi fidasse

sippure tutti l'antri, sò in parata

faremo tornà i sordi ne le casse.

 

Fate attenzione quindi "brava" gente

er Sinnaco de roma nun se tocca

er popolo ha votato e nun se pente.

In verità ve dico: "puliteve la bocca".

 

Il sostegno alla sindaca arriva da più parti. Andando sul Blog di Beppe Grillo è possibile vedere ben tre post sulla “sinnaco” di Roma.

 

Le interviste con Floris e Mentana_ In ultima analisi è interessante analizzare come si è comportata Virginia Raggi durante le interviste di Giovanni Floris e di Enrico Mentana.

 

L’intervista con Floris è del 17 gennaio e la Raggi non è ancora indagata. La domanda più importante fatta dal conduttore riguarda l’arresto di Marra.

 

-          Tornando a Marra lei deve immaginare che sono entrata in un’amministrazione che usciva da Mafia Capitale e sta uscendo tutt’ora da Mafia Capitale. La nostra amministrazione, quella capitolina, ha un dirigente su quattro indagato. Marra aveva un curriculum di tutto rispetto, era un ufficiale della Guardia di Finanza

-          E un dirigente, per molto tempo fotografato come suo braccio destro, detto dai suoi stessi collaboratori, e che è stato arrestato perché avrebbe usato il suo ruolo per avere dei vantaggi.

-          Nelle amministrazioni precedenti! Per fatti risalenti alle amministrazioni precedenti!

 

Sempre la Raggi, parlando della nomina del fratello di Marra ad Assessore:

 

-          La nomina del fratello di Marra, come per tutte le altre nomine dei dirigenti che sono state fatte in un percorso di rotazione complessiva dei dirigenti […] Sapevamo tutti che Marra era il fratello di Marra […] Comunque la sua nomina, come quella di tutti gli altri, è stata decisa dagli assessori e dai consiglieri. Ora l’ANAC ha sollevato comunque la possibilità di un conflitto d’interesse e anche quella nomina è stata posta agli uffici per valutarne l’opportunità e abbiamo intrapreso subito una revoca in autotutela.

 

La Raggi tratta il caso Marra come se non la riguardasse e descrive la sua scelta di nominarlo capo del personale come dettata dalla prassi legale. Marra aveva un ottimo curriculum, era da molto in Campidoglio e Romeo (persona di cui la Raggi si fidava particolarmente) garantiva per lui. Questa spiegazione semplice esclude il fattore umano che avrebbe potuto portare la sindaca a chiedersi “ma posso veramente fidarmi di lui? Come è possibile che in dieci anni in Campidoglio non abbia avuto nessuna relazione con un disonesto? Posso veramente fidarmi di quello che dice Romeo?”. Queste domande, che potremmo fare nell’incontrare una persona che non conosciamo in Campidoglio, all’interno della spiegazione della Raggi creano una frattura insanabile. Avrebbero significato che la Raggi, la paladina dell’onestà e della trasparenza, che si è presa il compito di risollevare Roma, non aveva verificato i suoi dubbi su Marra prima di consegnargli l’importante carico di capo del personale. Rischiando così di consegnare un ruolo chiave dell’amministrazione capitolina ad una persona poco affidabile.

Si noti poi che la sindaca di Roma probabilmente mente quando sostiene di aver seguito il normale iter per la nomina ad Assessore per la nomina del fratello di Marra. Nell’inchiesta che la vede indagata, infatti, c’è propri l’accusa di abuso d'ufficio per non aver fatto una comparazione dei curricula, lasciando così a Raffaele Marra la possibilità di partecipare alle procedure di nomina del fratello.

 

Durante l’intervista tenuta nella trasmissione Bersaglio Mobile del 3 febbraio (quando la sindaca già indagata per falso e abuso d’ufficio), Enrico Mentana le chiede di parlare delle polizze vita intestategli da Romeo. Mentana le chiede:

 

-          Ma se Romeo la indicava come beneficiaria della polizza vita ben prima delle comunarie (e non l’ha fatto con Frongia o De Vito) vuol dire che forse con lei c’era già un rapporto di fiducia o collaborazione, di stima.

-          C’è stato con tutti.

-          Non voglio fare insinuazioni, le chiedo solo se hanno puntato politicamente su di lei.

-          Secondo me questa domanda è mal posta.

-          Poniamola bene, lei come la porrebbe?

-          Io leggo, ho ascoltato le sue parole, lui parla di una polizza, anzi di tante polizze.

-          Afferma che aveva un buon rapporto con Romeo anche prima delle primarie?

-          Sì, sì, certo… Ma da qui a dire che questo determini un “sto puntando su una persona”… insomma ce ne vuole un po’ francamente.

-          Puntare su una persona non è delittuoso.

-          No ma questa continua insinuazione che riguarda tutta la nostra attività un po’ stona.

 

Rispondere con “secondo me è una domanda mal posta” è tipico della Raggi. Molto spesso per uscire dall’impasse di una domanda scomoda la sindaca usa questa formula per distogliere l’attenzione dalla domanda e parlare così di altro. Con Floris ha usato questa risposta ben due volte.

Durante l’intervista la Raggi parla dei suoi casi giudiziari solo in termini di “errori di giudizio umano”. Chi vede il video e la sente parlare è così indotto a pensare che i suoi “errori” siano solo su un piano umano (perché essendo lei una pura ed una ingenua si è fidata di chi non doveva) e non di tipo giudiziario (severo nei suoi giudizi). 

 

La figura politica della Raggi ora - La figura politica della Raggi dopo le inchieste che la riguardano è cambiata notevolmente. Si può notare che la figura di “madre” è stata in parte lasciata (non ci sono state più scene con suo figlio in campidoglio) dopo i primi problemi con gli assessori. Questo probabilmente perché sapere che la sindaca di Roma deve prendersi cura del figlio e nel frattempo risolvere tutti i problemi dei suoi assessori e della città avrebbe potuto portare i cittadini romani a pensare che la sindaca non è in grado di svolgere il suo ruolo se è occupata a badare a suo figlio. Dunque si è scelto si proiettare di più l’immagine della guerriera che resiste agli attacchi dei nemici.

Un altro elemento che è cambiato è la scomparsa di soluzioni semplici per Roma. Ora la Raggi, nelle interviste che rilascia, spiega che da quando si è insediata in Campidoglio si è ritrovata a dover gestire una città in rovine e con un debito impressionante. Dunque non basteranno delle proposte semplici a far cambiare la città, ma molto tempo per riorganizzare la macchina amministrativa e molti sacrifici. “Prima l’ordinario e poi lo straordinario”.

 

 

In futuro - Probabilmente la narrazione della Raggi, per distogliere l’interesse della stampa sui suoi casi giudiziari e per accrescere il racconto per cui i poteri forti vogliono eliminarla, si concentrerà nell’associare la figura della sindaca alle rabbie e alle difficoltà del popolo italiano. Così com’è successo il 21 febbraio quando Virginia Raggi ha manifestato insieme ai taxisti. Farla diventare la portavoce del dissenso può accrescere la sua immagine di guerriera e trasformare i suoi problemi con la legge in attacchi da parte dei poteri forti.

 

Il seguente editoriale non ha avuto l’intento di mostrare la comunicazione della sindaca di Roma Virginia Raggi come un sapiente lavoro costruito a priori da degli esperti di comunicazione, ma quello di analizzare, con tutti i dovuti limiti di un’analisi induttiva, come sia cambiato nel tempo il rapporto della sindaca con i mezzi di comunicazione. Dunque non si ha nessuna presunzione di verità assoluta.

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