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Salvini: «Finché ministro porti rimangano chiusi»

Il ministro dell’Interno nel corso della conferenza stampa con cui ha concluso la sua visita alla Prefettura di Monza

di Claudio Carassiti

MONZA - Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nel corso della conferenza stampa con cui ha concluso la sua visita alla Prefettura di Monza, ha detto: «Mi è arrivata la notizia dell’iscrizione a giudizio per un altro sequestro di persona che avrei commesso dal 24 al 30 gennaio scorsi, questa volta a Siracusa».

IL COMMENTO - «In un Paese normale se il procuratore chiede l’archiviazione sei a posto», ha commentato Salvini, che poi ha aggiunto: «Sono nuovamente indagato, ma ribadisco che fino a che faccio il ministro dell’Interno i colleghi ministri possono dire quello che vogliono, ma i porti italiani sono e rimangono chiusi e in Italia si arriva solo se si ha il permesso di arrivare. I trafficanti di esseri umani che usano il loro business per compare armi e droga, finché faccio il ministro dell’Interno in Italia non ci arrivano e quindi possono aprire altri 18 procedimenti penali nei miei confronti, non cambio idea e non cambio atteggiamento».

LA NOTA SU DI MAIO - «Rispetto il lavoro del collega Di Maio che si occupa di lavoro e sviluppo economico e non mi permetto di dargli lezioni sulle crisi aziendali che sono ferme sul suo tavolo, chiedo altrettanto rispetto su problemi di difesa dei confini e gestione della sicurezza. Di questo mi occupo io. Credo di aver fatto bene in questi dieci mesi, se a qualcuno dei miei colleghi di governo non va bene non ha che da dirlo, con la differenza che io ci metto la faccia e rischio personalmente. Ogni consiglio è benvenuto, ognuno faccia il suo. I porti con me sono e saranno chiusi, indisponibili e sigillati per i trafficanti di esseri umani. Se Di Maio e Trenta la pensano in maniera diversa, me lo dicano apertamente in Consiglio dei Ministri e ne faremo una sana discussione».

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